Incidenti in mare: sotto accusa soprattutto gli acquascooter. Intervengano le Capitanerie di Porto.
Non c'è località costiera ove non si vedano sfrecciare a velocità impressionanti ed a pochi metri dalla battigia, piloti di acquascooter che in preda a manie di protagonismo effettuano acrobazie anche tra i bagnanti, incuranti delle più elementari regole prudenziali di guida nel mare.
Si tratta, come qualcuno gli ha definiti non a torto, di novelli "pirati del mare", molto spesso, peraltro, improvvisati perché sono soliti noleggiare tali natanti presso appositi centri presenti sulle spiagge del Belpaese e che per tali ragioni devono essere fermati prima che accadano incidenti gravi che ci faranno ricordare quest'estate 2011 anche per eventi di questo tipo.
Ogni anno, infatti, si verificano sulla nostra fascia costiera decine di sinistri, anche mortali, che vedono coinvolti ignari bagnanti in conseguenza dell'attività dei diportisti che oltre a mettere a repentaglio la vita di altre persone, sono causa anche di danni ambientali.
È noto, infatti, che un uso non corretto degli acquascooter, ma anche delle barche da diporto nei pressi della fascia costiera antistante la riva del mare, può essere causa di serie conseguenze per il delicatissimo equilibrio floro -faunistico marino, oltreché di disturbo dei bagnanti che non possono godere in libertà e relax le proprie vacanze.
Per questi motivi Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", rivolge un appello alle Capitanerie di Porto di tutt'Italia affinché, adottando il massimo rigore possibile, intensifichino i controlli e sanzionino i comportamenti non corretti di questi novelli "pirati", restituendo così sicurezza a tutti i bagnanti e agli amanti del mare.
Lecce, 11 agosto 2011
Giovanni D'AGATA
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