Come spesso accade in Italia s’introduce un nuova strumento che dovrebbe alleggerire il carico amministrativo delle aziende nei confronti dello Stato. Poi si scoprono che sono necessari una serie infinitiva di modifiche ed infine quando le aziende si stanno adeguando l’intero sistema viene messo da parte. Si tratta di un film gia’ visto tante volte.
Questo è quello che è accaduto anche al nuovo sistema di tracciabilita’ dei rifiuti (SISTRI), che ha trovato un ostacolo insormontabile nella manovra bis adottata dal Governo lo scorso 13 agosto. Infatti con quest’ultimo intervento si spengono definitivamente le luci sul SISTRI cancellando in un solo colpo tutte le norme che lo istituiscono e ne rendono obbligatoria l’iscrizione da parte delle imprese.
Ricordiamo che il SITRI era nato per sostituire con pochi click tutte le comunicazioni cartacee necessaria per tenere nota dei rifiuti prodotti con annesse relative comunicazioni annuali che dovevano essere effettuate dalle imprese.
Bisogna sottolineare che il SISTRI era nato per semplificare la vita delle imprese sia sotto il profilo degli obblighi documentali che dei costi connessi alla annotazione delle movimentazioni dei rifiuti, il SISTRI ha mostrato fin dall’inizio l’incapacità di raggiungere gli obiettivi prefissati.
1. Riduzione degli adempimenti burocratici in materia di rifiuti
2. Riduzione dei costi amministrativi connessi agli adempimenti
3. Riduzione dei tempi di comunicazione delle movimentazioni dei rifiuti
Dopo una serie interminabile di interventi e una serie di rinvii legislativi si è posto fine a questo nuovo strumento
Come spesso accade in Italia, l’utilizzo del condizionale è d’obbligo essendo la norma inserita in un provvedimento all’esame del Parlamento.
Di certo la cancellazione del SISTRI produrrà alcuni effetti tra cui il ritorno all’antico sistema di comunicazioni, rispolverando i vecchi registri di carico e scarico, i formulari e ogni anno l’invio del MUD.
Nessun commento:
Posta un commento