L'agroalimentare nell'epoca della globalizzazione
Il settore, che in Italia vale il 25% del Pil, vive a livello planetario alcune criticità, quali quelle legate al global warming e all'instabilità dei prezzi. In occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione, lunedì si tiene presso il Cnr una conferenza
Lunedì 31 ottobre, in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione, si tiene presso l'aula Marconi del Consiglio nazionale delle ricerche a Roma la conferenza 'Food for all, tra etica e globalizzazione', organizzata dal Dipartimento agroalimentare dell'Ente (Daa-Cnr). Il settore agroalimentare rappresenta una delle eccellenze italiane, con un fatturato che vale il 25% del Pil, esportazioni in costante crescita del 5% l'anno (primo Paese europeo) e un valore complessivo di circa 23 miliardi di euro.
Il contesto al quale la conferenza fa riferimento va tuttavia oltre i confini nazionali. "L'agroalimentare è caratterizzato da un sempre maggiore contenuto scientifico e tecnologico e richiede notevoli investimenti in ricerca", spiega Domenico Pignone, direttore del Daa-Cnr. "Ma lo scenario attuale presenta alcune vulnerabilità - dalla crescente richiesta di cibo a quella di energia, dalla globalizzazione dei mercati ai cambiamenti climatici - in grado di innescare crisi imprevedibili. L'aumento delle aree adibite alla produzione di piante destinate all'industria e alla produzione energetica, per esempio. Oppure le previsioni legate al global warming, come l'aumento della produzione agricola russa del 64% al 2080 e la crescita della domanda di irrigazione alle basse latitudini del 5-20%".
Una caratteristica degli ultimi anni è poi la forte instabilità dei prezzi. "Nel 2007-2008, sul mercato mondiale, si sono registrati rincari del 320% per il riso, del 250% per il mais e del 210% per il frumento. Nel 2010 è arrivata una nuova improvvisa impennata. Gli aumenti hanno contribuito a innescare una serie di proteste, in particolare in Nordafrica, che si sono trasformate in vere e proprie rivoluzioni, determinando cambiamenti radicali nella regione".
Quali le cause di questi aumenti? "Molte: la forte crescita della domanda di cereali grezzi e di olio vegetale dal mercato dei biocarburanti, la domanda alimentare dei paesi in via di sviluppo, eventi come gli incendi della Russia e le alluvioni in Australia, le fibrillazioni del mondo finanziario", risponde Pignone. "A complicare lo scenario ci sono le trasformazioni nelle rese agrarie: Asia e America Latina aumentano la produttività agricola, Africa Sub-Sahariana, Mediterraneo e Medio Oriente registrano una drastica riduzione, che accentua la crescente povertà di tante popolazioni".
Tre gli argomenti che si affronteranno nei lavori, proprio lo sviluppo globale sostenibile a lungo termine, l'agricoltura competitiva in un contesto globale, la sicurezza alimentare e il ruolo del Cnr nel settore. "Argomenti che sono tra gli obiettivi prioritari della politica internazionale", conclude il direttore del Daa-Cnr. "'L'Aquila Food Security Initiative', approvata al vertice G8 del luglio 2009, sottolinea l'urgente necessità di azioni decisive per liberare l'umanità dalla fame e dalla povertà, riconoscendo sicurezza alimentare, nutrizione e agricoltura sostenibile quali priorità fondamentali".
Roma, 28 ottobre 2011
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