Con la morte
di Muammar Gheddafi si sancisce l’epilogo
di una guerra di liberazione che ha avuto periodi di altalenante guerriglia che
sembrava dare tempi più lunghi per l’epilogo finale. Muore per mano della Nato
che ha colpito alle 8,30 di giovedì 20 ottobre 2011 un convoglio militare dei
lealisti a Sirte, dove si trovava Gheddafi, la morte è avvenuta per le gravi ferite riportate alle gambe mentre
cercava di fuggire. Un epilogo che segna
la stanchezza di un popolo che ha dovuto subire per quaranta anni una dittatura
autocratica assoluta. La mancanza di democrazia si è fatta sentire per anni e
le stesse testate giornalistiche locali hanno dovuto nascondersi da sempre,il
primo segnale,infatti,di un lento cambiamento è proprio dato dalla nascita di molti
giornali a tripoli. Un dittatore che ha rappresentato la forza di un potere
militare che nel 1969 portò alla caduta della monarchia. Di lui possiamo
ricordare i continui contenziosi con l’Italia e l’espulsione degli italo
libici, appena salito al potere. Antiamericano per concezione è stato da sempre anti-Israeliano,nella sua
visione del potere islamico ha finanziato molti gruppi terroristici come l’IRA
e sembra essere stato anche dietro molti attentati in Sicilia,Scozia e Francia
non dimentichiamo il lancio dei due missili scud a Lampedusa. Uno degli
attentati più eclatanti quello di Lockerbie (Scozia), dove morirono 259
persone ,la stessa ONU diede la colpa alla Libia. Dopo i due matrimoni ebbe 8
figli tra cui la bella, Aisha. La sua uccisione può rappresentare per la nuova Libia l’inizio di un
cambiamento radicale verso la democrazia. Gli accordi internazionali di
intervento militare interforze , prevedono, che dopo trenta giorni dalla caduta
di Sirte si deve insediare un governo militare autonomo che sancisca la fine
delle ostilità.
Di Maurizio Cirignotta
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