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sabato 22 ottobre 2011

UN CORO DI "NO" ALLA VENDITA DELLA FARMACIA COMUNALE DI GIULIANOVA
















GIULIANOVA - Tutta l'opposizione, ma proprio tutta (anche quella non presente in Assise civica), parla una sola lingua a proposito della vendita della farmacia comunale. "No all'alienazione" dicono in coro tutti i rappresentanti sottolineando il dissenso con argomentazioni che rafforzano la posizione di chi è contrario alla dismissione. Questa mattina (sabato 22 ottobre 2011) c'è stata un'adunata in via Trieste (proprio di fronte ai locali della farmacia comunale) che possiamo considerare "storica" sotto il profilo politico: rappresentanti del Pdl, di Rifondazione Comunista, Progresso Giuliese e Cittadino Governante a braccetto per un obiettivo condiviso. Poi, causa anche il maltempo, trasferimento all'hotel Corallo di via Lepanto per la programmata conferenza stampa. Presentato da Elisa Braca (Federazione della Sinistra) ha preso la parola per primo l'ex sindaco di Giulianova Romolo Trifoni, acclamato presidente del comitato spontaneo sorto per la salvezza della farmacia comunale: "I signori della maggioranza stanno screditando la nostra Città. Per rimediare agli indecenti danni commessi sperperano risorse che appartengono a tutti. La farmacia comunale deve rimanere un bene intangibile. Quella che regge le sorti di Giulianova è una Giunta di quaquaraquà che farebbe meglio a togliere il disturbo". Poi ha preso la parola Giorgio Masciocchi (Coordinatore Regionale di Federfarm): "Questa operazione è fatta in controtendenza rispetto ai dati nazionali. La farmacia comunale è un patrimonio della Città e tale dovrebbe rimanere". E' la volta di Paolo Vasanella (coordinatore locale Pdl): "Ci sono dei buchi nel bilancio che vengono chiusi con le vendite. Più volte abbiamo detto che semmai, invece della farmacia comunale, andrebbero alienati il centro sportivo di via Ippodromo ed in mercato ittico che, al contrario della farmacia, non producono utili per le casse comunali. Ribadiamo la nostra contrarietà alla cessione della farmacia comunale e saremo in prima fila nelle piazze con la Giovane Italia per la raccolta delle firme". Ancora Laura Ciafardoni (Progresso Giuliese): "La voce della nostra indignazione per questa operazione è giunta fuori dell'Abruzzo e di questo siamo ovviamente soddisfatti. E' chiaro che la Regione, una volta alienata l'unica farmacia comunale esistente sul territorio, non consentirà la nascita di altre realtà simili, come del resto prevede la legge. Siamo ottimisti e dico che tutti insieme possiamo scongiurare questa vendita che appare davvero fuori luogo e priva di motivazioni logiche". Elisa Braca (Federazione della Sinistra): "Non è la prima volta che si tenta la via della vendita della farmacia comunale. Qualche anno fa l'attuale sindaco era addirittuta contrario alla cessione parziale del 49% ed ora invece è favorevole alla vendita del 100%. Le batteglie che si perdono sono quelle che non si combattono. Dalla nostra parte abbiamo la partecipazione popolare e crediamo fermamente nel comitato da poco costituito per portare avanti le nostre giuste rivendicazioni. Occuperemo tutte le piazze al fine di raccogliere quante più firme possibili a sostegno dell'iniziativa". Per ultimo ha preso la parola Franco Arboretti (Cittadino Governante): "Da alcuni anni in questa Città è iniziata la stagione delle alienazioni. Ricordiamo il Pioppeto, ma anche la scuola Acquaviva di viale Orsini, una vera e propria svendita, che frutterà all'attuale proprietario, calcoli alla mano, ben 40 milioni di euro. Oggi c'è un rischio di svendita anche per la farmacia comunale. Tutto questo a causa della pessima gestione dei rifiuti urbani e con l'Amministrazione che non sa essere attenta agli interessi generali dei cittadini. Alla fine, paradossalmente, saremo costretti a vendere anche il Belvedere. La Farmacia comunale produce un utile netto di 153 mila euro e quindi il valore di partenza inserito nel bando doveva essere superiore a quello indicato. Mi domando -ha concluso Arboretti- se c'è un monopolio che deve essere in qualche modo favorito giàcchè i 20 giorni fissati per la presentazione delle offerte appare troppo risicato per chi deve in qualche modo organizzare nella fattispecie la propria economia partecipativa. Mi sorprende la mancata partecipazione a questa conferenza stampa dei consiglieri Di Carlo e Cameli che pure hanno votato contro la dismissione. Unico appiglio che l'Amministrazione comunale ha per ritirare il bando è il motivo sociale. Questo in larga parte dipenderà dalla quantità di firme che riusciremo a raccogliere". A margine della conferenza stampa un'annotazione è venuta dal consigliere Andrea Rota: "Se la vendita verrà tassata, incasseremo molto meno rispetto al prezzo fissato nel bando di 3,3 milioni di euro e quindi l'operazione potrebbe risultare parzialmente non utile all'obiettivo". In sala tra il pubblico erano presenti i consiglieri comunali Gianfranco Francioni, Gianluca Antelli, Massimo Maddaloni ed il consigliere provinciale Claudio Posabella.




Alfonso Aloisi


















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