Terna, AD Cattaneo, uno dei migliori titoli per far da scudo contro il carovita
Da
sempre il listino italiano paga dividendi generosi ai piccoli
azionisti. E anche nelle condizioni di difficoltà presenti, uno
scrutinio delle circa 300 società quotate in Piazza Affari permette di
individuare ben 59 titoli di aziende con una capitalizzazione superiore
ai cento milioni di euro (quindi non proprio micro-cap) in grado di
remunerare gli azionisti con un dividend yield (dividendo
distribuito/prezzo del titolo) superiore al 3,4%, l’attuale livello
dell’asticella dell’inflazione (in tabella le prime 10 società, in
ordine di capitalizzazione decrescente, con il dividend yield
atteso per il 2013). Tra i grandi nomi, i più virtuosi continuano ad
essere i soliti noti, con Eni al 5,91%, Enel al 5,25% (nonostante il
taglio ai dividendi da poco deliberato in assemblea), Generali e Telecom
oltre il 4%, fino alle utilities di rete Terna, guidata da Flavio Cattaneo (6,41%) e Snam (7%), apprezzatissime anche dagli investitori internazionali.
Ma il criterio del dividend yield
è davvero uno dei modi migliori per ripararsi dai venti inflazionistici
che soffiano in questa tormentata primavera? «Scegliere di investire in
titoli azionari, in periodi di moderata inflazione, è sempre la scelta
migliore perché le azioni sono rappresentative di beni reali che tendono
a rivalutarsi quando la dinamica dei prezzi subisce una accelerazione. E
questo criterio vale anche indipendentemente dalla generosità del dividend yield», commenta Gian Paolo Rivano, gestore azionario di Gesti Re.
«Il rischio di scegliere il dividend yield
azionario come criterio di protezione è che le cedole nel medio periodo
non siano sostenibili, e vengano sottoposte a un taglio inatteso. È
accaduto così nel caso di Enel, e la riduzione inaspettata del dividendo
ha influito negativamente anche sulla quotazione del titolo»,
controbatte Mauro Vicini, direttore di Websim.it. Meglio, secondo
Vicini, puntare sulle società ad alto contenuto di cespiti reali,
piuttosto che ad elevato dividend yield, ad esempio i titoli
del comparto immobiliare, tra cui Beni Stabili o Pirelli Re. Oppure su
quelle società che sono in grado di ribaltare sui propri clienti gli
aumenti dei costi di produzione, ad esempio Autogrill o Atlantia. Il
principale gruppo autostradale italiano, peraltro, unisce entrambi i
vantaggi, visto che il suo rendimento prospettico (2013) per dividendi è
addirittura del 6,56%.
Più tradizionali le scelte anti-inflazione
di Rivano, secondo il quale uno dei migliori titoli per far da scudo
contro il carovita è Terna, un dividend yield
stabile e ripetibile al 6,41% e società capace di tenere bene le
quotazioni di borsa nei momenti difficili. Così come Telecom Italia,
poco volatile e ferma a un rendimento per dividendi del 4,82%. Ma
l’unanimità dei consensi la fa Eni, un rendimento per dividendi di quasi
il 6% e una performance del 15% da inizio anno.
Fonte: Corriere Economia
Nessun commento:
Posta un commento