Anief su intenzione del Governo di tagliare altre risorse alla scuola:
siamo delusi e preoccupati, anche il Governo dei "tecnici" e dei docenti universitari ignora che i Paesi più sviluppati investono in istruzione e ricerca.
Noi non ci stiamo, è ora di dire basta.
siamo delusi e preoccupati, anche il Governo dei "tecnici" e dei docenti universitari ignora che i Paesi più sviluppati investono in istruzione e ricerca.
Noi non ci stiamo, è ora di dire basta.
30 aprile 2012 - L'Anief non ci sta. Non si può pensare che la scuola possa essere sistematicamente il comparto da cui sottrarre risorse pubbliche per risanare il bilancio dello Stato. Siamo appena usciti da un triennio terribile, con la scuola che ha dovuto rinunciare ad oltre 8 miliardi di euro. Il nuovo Ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, aveva recentemente affermato che il settore dell'istruzione non verrà più toccato dai tagli. E che è ora di tornare ad investire sulla cultura.
Le indicazioni che giungono dal Governo Monti sono però molto diverse. All'interno del rapporto sulla "spending review" della Pubblica amministrazione, predisposto dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, presentato oggi al Consiglio dei Ministri, quello dell'Istruzione figura come uno dei cinque Ministeri su cui attuare riduzioni di spesa per scongiurare l'ulteriore innalzamento dell'Iva del 2%. Inoltre, i "tecnici" che stanno predisponendo la manovra finanziaria avrebbero già programmato un taglio del 15% delle spese per beni e servizi sostenute dal Miur.
"Ancora una volta – commenta amaramente Marcello Pacifico, Presidente dell'Anief – dopo il blocco degli stipendi, l'allungamento dell'età pensionabile e la mobilità forzata del personale in esubero, si vuole continuare ad infierire sul settore della conoscenza attraverso nuovi tagli di spese. Continuando ad ignorare quanto avviene nei Paesi più sviluppati, come gli Stati Uniti e la Germania".
La delusione del sindacato è tanta. Perché se anche un Governo composto da docenti universitari e massimi esperti del mondo professionale non comprende quanto sia controproducente questa politica, c'è davvero da essere preoccupati: "continuando in questo modo – dichiara Pacifico – si pongono seri dubbi anche sulla capacità del Paese di crescere, visto che non si vuole scommettere nel rilancio dell'istruzione e della ricerca".
Per l'Anief sui tagli non si discute: non si possono accettare concertazioni o trattative di alcun genere. "Noi non ci stiamo – ribadisce il Presidente -, non accettiamo alcun accordo ricattatorio, con il sindacato che dovrebbe chiudere un occhio sui tagli, in cambio di una parte dei risparmi da reinvestire nello stesso settore della scuola. Dopo la riduzione di oltre 100.000 posti negli ultimi tre anni, la sottrazione di miliardi di euro di risorse rivolte al settore e la chiusura di migliaia di scuole è ora di dire basta".
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