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mercoledì 30 maggio 2012

Ebay: rischia 200 euro di multa chi compra falsi sul web

 

Internet ed Ebay: rischia 200 euro di multa chi compra falsi online

 

Dopo aver sequestrato, la scorsa settimana, oltre 25'000 capi contraffatti tra giubbotti e giacche da uomo e da donna, scarpe sportive di note marche come Nike, Refrigiwear, Moncler, Williamswilson, Woolrich, Guess, la Guardia di finanza ha individuato anche diverse persone che hanno acquistato la merce su internet attraverso il sito eBay.

Sono infatti esattamente 222 le persone sparse in tutta Italia multate per aver comperato capi di abbigliamento contraffatti, messi in vendita online tra il 2008 e il 2010. A queste è stato contestato il fatto di aver "acquistato merce che, per la loro qualità, la condizione di chi le offre o per l'entità del prezzo, inducano a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà industriale".

La maggior parte degli acquirenti ha proceduto immediatamente a saldare la multa di 200 euro, pari al doppio della sanzione minima prevista dalla legge, per una somma complessiva già incassata dallo Stato pari a circa 30'000 euro.

Indagato e arrestato, durante un'inchiesta precedente, anche il venditore non professionale che ha posto in vendita grandi quantità di capi di abbigliamento e di calzature griffati di varie marche, il tutto senza disporre di una partita IVA e senza alcun riferimento all'esistenza di un'attività commerciale, di una sede o di un recapito telefonico. Condizioni che non potevano non ingenerare, in un acquirente in buona fede, il dubbio circa la legittimità della merce offerta.

Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti" ricorda ai consumatori che chi acquista online capi di abbigliamento contraffatti, rischia di essere punito con multe oscillanti dai 100 ai 7.000 euro. Chi invece si è rifiuta di pagare entro i termini fissati rischia anche una condanna penale.

Lecce, 30 maggio 2012                                                                                                                                                                                            

Giovanni D'AGATA




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