La
situazione economica dell'Italia che oggi stiamo vivendo è la
risultante di un effetto domino che nasce dal default della Grecia e
colpisce le economie europee più deboli quali la Spagna e oggi
anche l'Italia. Il nostro debito pubblico si attesta ad una cifra di
12 zeri quasi 2000 miliardi di euro che sono il frutto di politiche
economiche decennali fondate principalmente sulla politica di
interesse e non sulla politica di assetto di bilancio. I dati di
Bankitalia di maggio 2012 danno un debito di 1966 miliardi di euro
ed ogni cittadino italiano oggi ha sulle spalle un debito
personalizzato di 33 mila euro. Siamo oggi davanti allo spettro del
default. Ma quali saranno gli effetti di rebaund sulle tasche degli
italiani? In termini molto semplici cercheremo di capire quali sono
gli indici di salute economica di un paese:
Primo fra
tutti il rapporto tra debito e Pil che
attualmente in Italia è al 125,8%.
Il
debito di una nazione sono i soldi che lo stato deve dare ai suoi
creditori o finanziatori, questi sono i piccoli risparmiatori,le
grandi istituzioni finanziarie ed alcuni stati esteri che acquistano
i titoli e la finanziano. I debiti vengono pagati in rapporto alla
ricchezza del paese ,il PIL. Questo rapporto secondo il patto di
stabilità dell'area euro è del 60%,oggi noi italiani siamo sotto
del 65%. Secondo
punto di stabilità è mantenere il rapporto tra deficit e Pil nel
2012 al 2,6%. Per deficit si intende la differenza tra quello che lo
stato incassa in varia maniera e quello che spende. Il governo Monti
stà cercando di mantenere la soglia al di sotto del 3% ma non ha
fatto i conti con PIL che viene previsto a -1,9 %, in pratica la
ricchezza del pese è in netto calo. Tra i fattori di rischio la
notevole pressione fiscale verso i cittadini italiani che pagano
circa il 42% di tasse rispetto a parimenti cittadini europei che ne
pagano il 30%, condizione che riduce i consumi,favorisce la chiusura
delle aziende,aumenta la disoccupazione. Il
Terzo punto
si basa sullo Spread (Bund- Btp) oggi a 516. Questo valore è la
differenza tra i Bund Tedeschi ed i Btp Italiani ,il nostro titolo
per essere appetibile sui mercati deve dare all'investitore il 4,8 %
in più rispetto ai Bund Tedeschi. In pratica un maggiore debito che
si accumula nel decennale rispetto alla Germania. Tutto questo è
segnale di un'economia malata che corre il rischio di non poter
pagare i propri debiti. Un rischio che attualmente stiamo correndo è
il default (il fallimento), condizione che si pone quando lo stato
non riesce a pagare più i suoi debiti con gli interessi, provocando
come conseguenza il mancato sostentamento della spesa pubblica
(pensioni,sanità,scuola,
stipendi dei dipendenti pubblici ed altro). Uno stato in fallimento
solitamente reagisce ristrutturando il proprio debito spalmandolo
negli anni. Ma per fare cassa deve agire aumentando
le entrate,
cioè le tasse e tagliando
le spese.
Un'azione che lo stato può innescare è l'aumento delle imposte
indirette come l'aumento dell'Iva che sicuramente da un lato permette
di fare cassa, ma nel risvolto della medaglia creerà un circolo
vizioso sui consumi. Riguardo invece il taglio delle spese, il
maggior costo in Italia è rappresentato da pensioni,sanità,e
stipendi dei pubblici dipendenti che oggi pesano per un quarto di
Pil. Con la bancarotta i primi a pagare sono gli investitori che non
potranno più recuperare il proprio credito. L'apocalisse economica è
rappresentata dalla caduta delle banche che saranno le prime a pagare
in seguito al divenire in carta straccia di bot e cct. Le persone
cercheranno di recuperare tutti i depositi con un assalto alle
banche. Salteranno tutte le garanzie di conti correnti che oggi sono
garantiti fino 100 mila euro. Questa è lo spettro che l'Italia sta
guardando con diffidenza ma che può divenire realtà.
Di
Maurizio Cirignotta
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