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mercoledì 4 luglio 2012

QUELL'IDIOTA DI NOSTRO FRATELLO - recensione



Perché è così difficile far rispettare il proprio diritto naturale e costituzionale a dire liberamente quel che si pensa, e se lo fai ti danno dell'idiota, o peggio?  Questo accade all'IDIOTA del titolo: il tipo è un po' "grezzo", d'accordo, ma non è un novello Forrest Gump, semplicemente è un uomo buono che si rifiuta di obbedire alle leggi non scritte dell'ipocrisia piccolo borghese e del politicamente corretto. Nella sua concezione pura, quasi infantile del mondo proprio non c'è spazio per la crudeltà intenzionale e per la menzogna; il termine IDIOTA va proprio letto nel senso dostoievskiano del termine: lui è un INNOCENTE e per questo molto poco adatto a convivere con un mondo di sepolcri imbiancati.
Ned (Paul Rudd) ha una bancarella di prodotti agricoli biodinamici nel New England; un giorno si presenta un poliziotto, suo vecchio cliente, depresso per problemi familiari, che gli chiede un "aiutino". Dopo qualche perplessità Ned accetta di vendergli un po' di marijuana e zac, scattano le manette. Ferito e deluso, ma non domo nella sua incrollabile fiducia nell'umanità, Ned sconta la sua pena e quando torna a casa ha un'altra feroce delusione: la fidanzata si è trovata un altro (anche meno "furbo" di lui se è possibile, ma molto più bello e grosso il doppio) e l'ha sbattuto fuori casa. In più non gli restituirà il suo amatissimo cane finché non avrà una casa e un'occupazione stabili.
Inizia così per Ned una peregrinazione fra le case della madre (Shirley Knight), un'insopportabile vecchia semi-alcolizzata che lo tratta come se avesse 8 anni, e delle sue 3 sorelle. Liz (Emily Mortimer) è una madre totalmente dedita ai due figli, succube del marito adultero (Steve Coogan), entrambi fanatici della new-age. Miranda (Elisabeth Banks), aggressiva fino alla maleducazione, lavora per Vanity Fair e vorrebbe fare il grande salto dagli editoriali pubblicitari al giornalismo vero. Natalie (Zooey Deschanel) è un'aspirante cabarettista molto immatura, vive con allegria la sua recente svolta lesbica, ma non ne sembra poi così sicura. Nel passaggio da una casa all'altra l'uragano Ned porta solo distruzione: con la sua quasi patologica incapacità di fingere e di mentire finisce per mettere i bastoni fra le ruote a tutte le piccole falsità, i miseri tradimenti, i mezzucci e i tranelli in cui si imbatte. Come un catastrofico specchio mette tutte le persone davanti alla realtà, demolisce le loro certezze, fa loro scoprire quello che sono e non quello che vorrebbero far credere di essere. E nessuno riesce a tollerarlo.
Naturalmente questa è solo una commedia americana, e alla fine vissero tutti felici e contenti. Gli attori sono tutti professionisti di solida matrice teatrale e si vede. Peccato che il regista e sceneggiatore Jesse Peretz non riesca a a decidere da che parte stare: pur dicendosi ispirato in sede di scrittura ai personaggi di Frank Capra, facendo in alcuni momenti di Ned quasi un alfiere della democrazia, con questa ossessione tutta americana per la lotta alla menzogna, in altri lo infila in maldestre scenette da slapstick-comedy e lo tratta come un buffone. Personalmente non ho opinioni particolari su vegani, cultori del bio-dinamico, appassionati di yoga e new-age in generale, ma se appartenessi ad una di queste categorie mi sentirei profondamente offesa: secondo questo film sono dei semi-ritardati, hippy fuori tempo massimo, che si rifugiano in queste pratiche "esotiche" perché incapaci di adattarsi al "mondo vero", quello dei newyorkesi cinici e isterici. Saltando così da uno stereotipo all'altro, quella che vorrebbe forse essere un'amabile satira diventa una presa in giro sgradevolmente irrispettosa.
(MARINA PESAVENTO)

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