La casta anche questa volta mette a segno una delle
proprie vittorie di potere. Nei mesi scorsi ,infatti, un piccolo gruppo parlamentare
,Unione Popolare, retto dall’On. Maria Di Prato aveva proposto un referendum
abrogativo dell’art.lo 2 della legge 1265, n.
1261, che sanciva la non corresponsione delle indennità ai parlamentari quali: diaria
a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. Restando comunque la
corresponsione dell’indennità disciplinata dall’Art 1 della predetta legge che
viene anche indicata dall’art.96 della
costituzione che recita : "i membri del Parlamento ricevono un'indennità
stabilita dalla legge". La norma pro-casta,oggetto del referendum
abrogativo, prevede inoltre un rimborso
spese in quota fissa di 48.000 euro all’anno per ciascun parlamentare. Data
ultima per raccogliere le firme era quella del 31 luglio 2012. Tra le note di
un referendum che possiamo considerare misconosciuto per volontà forse dei poteri
forti, sicuramente la mancata pubblicizzazione. I molti cittadini che si sono recati per firmare in molti comuni
del Sud ,avendo per vie traverse saputo del referendum, hanno avuto una solerte
risposta: “Noi di questo referendum non ne sappiamo nulla”. Un’altra fronda
contraria è stata sicuramente rappresentata da gran parte dei media e della
carta stampata che non ha diffuso la notizia. Un referendum che certamente è
stato boicottato dalla casta e dalla grande infiltrazione della stessa all’interno
delle redazioni di favore che in cambio di un lauto contributo governativo si
assolve agli ordini della casta . Questa è forse l’Italia? Dove abita la
democrazia? Esiste un pensiero libero? Le risposte le demandiamo ai tanti
cittadini italiani che decidono alle elezioni le sorti del nostro paese.
Di Maurizio Cirignotta
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