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lunedì 6 agosto 2012

Sicilia, un'autonomia negata !!

Le dimissioni del governatore Lombardo ripropongono uno scenario che nella regione siciliana dal 1946, si ripete per la seconda volta. Si chiude un'altra pagina di Sicilia e di Autonomia sotto l'onta di pagine oscure che ancora una volta parlano di mafia e di voti di scambio. Situazioni grottesche che da anni rappresentano la norma non solo in Sicilia ma anche in molte altre parti dell'Italia. Il progetto massonico è sempre lo stesso abbattere un Re per cercare di posizionarne un'altro che faccia gli interessi comuni ,magari di chi negli anni scorsi è rimasto a bocca asciutta. Le urne del 28 e 29 ottobre si presentano però all'ombra di un nuovo scenario in cui la Sicilia autonomista ed indipendente rivendica lo statuto del 1946 ed un'indipendenza persa nel dopoguerra. Pupi e Pupari che si muovono dietro lo stesso motore trainante “La Mafia” ,non ci sono colori politici ma solo ben precisestipule di accordi economici. Soldi utili alle campagne elettorali che devono essere ricompensati ,a vittoria raggiunta, con un corrispettivo in oro pubblico. A pagare,sarà sempre il popolo. Una piaga quella della Sicilia che si è aperta da decenni nella precisione dal 1860 data in cui la Sicilia fù annessa all'Italia. Dopo i moti dell'Evis(Esercito volontario per l'indipendenza della Sicilia) che vide cadere nel sangue molte vittime e sotto il tradimento degli stessi siciliani. Nacque lo statuto di autonomia un evento pattizio tra la Sicilia in rivolta ed il regno d'Italia,era il 15 maggio 1946. Un evento seguito dall'annessione dello Statuto alla costituente Italia con legge costituzionale del 26 febbraio 1948 n° 2. Si era raggiunto uno scopo importante per i siciliani quello di avere una certa autonomia dallo stato centrale. Ben 43 articoli modulati e scritti per meglio operare. I siciliani però non avevano fatto i conti con gli ascari ,eletti dal popolo ma che proprio a Roma avrebbero decretato l'inizio della demolizione dello statuto. Lo stato italiano non ha mai digerito l'autonomia siciliana e lo ha dimostrato rendendolo privo di potere di norma, tra gli articoli, ne elenchiamo alcuni: L'art.lo 38 che presupponeva di ridare ai siciliani tutto il denaro che in fatto e in diritto era stato sottratto dal 1860 al 1943 con i torti finanziari, sociali ed economici inflitti all'Isola dall'Italia durante i primi 83 anni di dominazione colonialista , i soldi sarebbero stati seppure gradualmente e sotto una voce "umanitaria", l'Art. 14 che presupponeva una legislazione esclusiva in ben 27 materie elencate nello stesso articolo(vedi statuto) è stato demolito da tutte una serie di norme unitarie nazionali, l'art. 15 che presupponeva in maniera lungimirante l'abolizione delle provincie fu dichiarato incostituzionale quando la legge regionale del 24 febbraio 1951 fu dichiarata illegittima, Gli art.li 21 e 22 sono stati solo una beffa nessun governo,infatti li ha mai presi in considerazione il varo della legge per l'istituzione dell'ENEL ne rappresenta l'esempio.(Cfr. ARS, Resoconti Parlamentari V legislatura, CCVII Seduta, 22 febbraio 1965, pagg. 394-395), l'art. 31 non ha mai visto la nascita di un corpo di polizia regionale o un chiaro potere del presidente della regione in merito, le prefetture non sarebbero mai esistite in sicilia. l'art. 40 dedicato all'incameramento di valuta pregiata non è stato mai applicato. Uno statuto che in pratica non è stato mai applicato per una chiara volontà di stato. Una storia negata ai siciliani è concretizzata poi con il mancato sviluppo dell'Isola in termini di industria,collegamenti ferroviari,strade,agricoltura,pesca,turismo,economia ed altro. Ora i Siciliani dovranno scegliere se continuare su questa linea o cambiare rotta.

                                                                                                            Di Maurizio Cirignotta

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