La pubblicazione del decreto Grilli-Ciaccia, rende operativo il
project bond, il nuovo sistema di finanziamento per le infrastrutture.
Terna, la società che gestisce la rete elettrica italiana, è tra le
aziende in pole position per l’utilizzo di questi nuovi sistemi di
finanziamento. L’AD Flavio Cattaneo:
«Va giudicata positivamente l'introduzione dei project bond rispetto ai
quali stiamo individuando i progetti che possono utilizzare questo tipo
di finanziamento».
Decolla
il project bond, l'obbligazione che potrà essere emessa dalla «società
di progetto» per finanziare (o rifinanziare) sul mercato dei capitali
una singola opera o un gruppo limitato di opere.
È stato
pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto Grilli-Ciaccia che rende
operativo il nuovo strumento, considerato dal ministero delle
Infrastrutture una priorità assoluta per il passaggio all'era del
finanziamento privato di infrastrutture.
Per completare il quadro
normativo resta forse da correggere qualcosa con il secondo decreto
interministeriale previsto - quello che estenderà la possibilità di dare
garanzie alle fondazioni bancarie - soprattutto sui requisiti della
garanzia che deve essere «esplicita, irrevocabile, incondizionata,
scritta».
Alcuni di questi requisiti, finalizzati proprio a
rafforzare l'appetibilità del bond sul mercato, rischiano però di
tagliare fuori alcuni possibili "garanti" di mercato, soprattutto tra le
banche. Un aggiustamento della norma, soprattutto su «irrevocabile» e
«incondizionata», potrebbe garantire il risultato concedendo comunque
maggiore autonomia ai soggetti garanti.
La
pubblicazione del decreto rende comunque operativo lo strumento. In
pole position restano quelle società che per prime hanno creduto allo
strumento e si sono mosse per strutturare un'emissione in tempi rapidi:
Ital Gas Storage, Tangenziale esterna Milano (Tem) e Terna, che aveva
confermato il proprio interesse a luglio per voce del suo amministratore
delegato, Flavio Cattaneo.
«Va
giudicata positivamente - aveva sottolineato Cattaneo - l'introduzione
dei project bond rispetto ai quali stiamo individuando i progetti che
possono utilizzare questo tipo di finanziamento». C'è la convinzione che
il project bond possa offrire condizioni vantaggiose di finanziamento.
Alla
società della rete elettrica frenano però entusiasmi troppo facili sui
tempi di emissione, mentre le voci di mercato parlano di un'emissione
brownfield (cioè rifinanziamento di opere già finanziate) dell'ordine di
un miliardo. «Abbiamo avviato con l'Autorità per l'energia e il gas -
dice la società - gli approfondimenti sui necessari passaggi tecnici e
regolatori». In particolare, si dovrà preventivamente definire la
remunerazione degli asset e stabilizzarne il valore nel tempo.
Chi
continua a puntare su tempi rapidi per il project bond è invece Tem che
conta di risolvere con questo strumento anche i noti problemi di
equity. Se i costi non lieviteranno ulteriormente, serve una provvista
complessiva di 1,7 miliardi di cui 1-1,2 miliardi potrebbero arrivare
dal project bond.
Era stato anche il viceministro alle
Infrastrutture, Mario Ciaccia, padre dello strumento, a confermare
l'intenzione di Tem di procedere speditamente e aveva assicurato tutto
l'impegno del ministero per garantire un rapido decollo che risolvesse
anche i problemi più generali di finanziamento di queste opere.
Tira
dritto anche Ital Gas Storage che ha messo in programma investimenti in
depositi di stoccaggio per 700 milioni nei prossimi tre anni.
FONTE: Il Sole 24 Ore
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