L’esperienza di Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, dimostra come uno sviluppo sostenibile, tecnologicamente avanzato e con un respiro europeo rappresenti non solo più sicurezza ed efficienza, ma anche riduzione dei costi, occupazione, lavoro. In una parola: crescita, per reti del futuro più flessibili, più dinamiche, più intelligenti, con un ruolo cruciale riservato alla ricerca e all’innovazione.
Terna, guidata da Flavio Cattaneo, fin da subito ha accolto con favore l’impegno dell’esecutivo di voler elaborare, a distanza di oltre 20 anni dall’ultimo PEN – Piano Energetico Nazionale, i nuovi indirizzi di politica energetica di cui il Paese ha urgente bisogno. Ma se vogliamo che la SEN- Strategia Energetica Nazionale, ora in consultazione abbia successo, dobbiamo essere persuasi che occorre un gioco di squadra. Ciò di cui si sta discutendo riguarda infrastrutture vitali per il Paese, e per questo è necessario il coinvolgimento di tutti gli stakeholders e le istituzioni centrali e locali sia nella fase di programmazione e individuazione degli indirizzi strategici, sia – e direi soprattutto – nella fase attuativa, ciascuno per la sua parte.
Oltre all’orizzonte di lungo periodo, abbiamo evidenziato come sia opportuno elaborare anche una road map per il breve periodo, mettendo nero su bianco gli interventi puntuali da fare in concreto e fin da subito, in un’ottica di selettività. Gli obiettivi sono presto detti: prima di tutto incidere sul mix di combustibili per la produzione di energia elettrica, oggi troppo sbilanciato sul gas, puntando nel breve-medio termine sulla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, e nel lungo termine sul carbone pulito.
È poi fondamentale semplificare il sistema di governance: sulle infrastrutture di interesse nazionale serve maggiore decisionismo, e per questo è importante che la modifica del Titolo V che riporta allo Stato l’esclusiva competenza in materia di energia divenga presto realtà. La situazione attuale, con le regioni depositarie, di fatto, di poteri di veto, è spesso un ostacolo alla realizzazione in tempi certi di opere indispensabili per l’ammodernamento della rete elettrica.
Se vi è un prezzo unico nazionale, allora si deve poter decidere dove realizzare le opere, ovviamente rispettando i vincoli ambientali e le normative, spesso giustamente assai rigide. Se, invece, in nome del federalismo alcune amministrazioni si oppongono a certi progetti, allora devono anche assumersi la responsabilità di dire che nei loro territori sono disposti a pagare di più l’elettricità.
Non meno importante è il coordinamento tra lo sviluppo della capacità di produzione e quello della rete, per evitare che gli impianti di generazione vengano fatti non dove servono ma dove si ottengono più facilmente i permessi.
Non meno importante è il coordinamento tra lo sviluppo della capacità di produzione e quello della rete, per evitare che gli impianti di generazione vengano fatti non dove servono ma dove si ottengono più facilmente i permessi.
I cambiamenti in atto, primo fra tutti la crescita impetuosa delle rinnovabili, stanno di fatto ridisegnando il paradigma di riferimento, in Italia come in Europa e nel mondo intero. Questo vuol dire ripensare le reti, la loro gestione, il loro modello di sviluppo. L’esperienza di Terna dimostra come uno sviluppo sostenibile, tecnologicamente avanzato e con un respiro europeo vuol dire non solo più sicurezza ed efficienza, ma anche riduzione dei costi, occupazione, lavoro. In una parola: crescita.
Le reti del futuro dovranno essere più flessibili, più dinamiche, più intelligenti, con un ruolo cruciale riservato alla ricerca e all’innovazione. Serviranno nuove linee elettriche e stazioni, ma anche sistemi di accumulo diffuso e batterie, strumenti questi ultimi che stanno muovendo i loro primi passi, utili anche per verificare la possibilità della creazione in Italia di una filiera industriale ad essi collegata. Terna, inoltre, sempre nell’ambito della migliore gestione dell’energia prodotta dalle rinnovabili, ripone fiduciose aspettative sui meccanismi di scambio con l’estero della cosiddetta “riserva terziaria”, energia che serve a bilanciare le reti e la tensione.
Anche tali scambi potranno consentire di gestire meglio i problemi di over generation del sistema elettrico nazionale che si determinano in quei periodi dell’anno in cui la domanda interna è limitata mentre le immissioni di energia, principalmente da fonte rinnovabile, sono elevate, con conseguente surplus di energia in rete. E’ indispensabile, per dare risposte alle complesse problematiche tecniche, che ciascuno faccia la sua parte per far sì che l’Italia possa diventare (tra i primi) un Paese dotato di un sistema di generazione distribuita basato sull’energia rinnovabile ad alta efficienza energetica, volano per il rilancio dell’economia e modello di sviluppo da seguire per gli altri paesi.
Gli obiettivi che pone la SEN sono ambiziosi; l’Italia ha però tutte le carte in regola per assumere un ruolo di rilievo. Terna è pronta a fare la sua parte, ed farà tutto quanto è in suo potere affinché i risultati previsti dalla SEN al 2020 non vengano disattesi.
Gli obiettivi che pone la SEN sono ambiziosi; l’Italia ha però tutte le carte in regola per assumere un ruolo di rilievo. Terna è pronta a fare la sua parte, ed farà tutto quanto è in suo potere affinché i risultati previsti dalla SEN al 2020 non vengano disattesi.
FONTE: Pubblico Giornale
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