In Italia sono
presenti banche popolari di notevoli dimensioni sviluppate ed operanti anche al
di fuori di quelle che furono le originarie aree di influenza. Tra queste si
segnala UBI Banca, diventata per importanza il terzo gruppo italiano. E’ quindi
legittimo, a poche settimane dall’Assemblea che ne dovrà ridisegnare la
governance, domandarsi se un gruppo di così ampie dimensioni – a tutti gli
effetti una “banca sistemica” – possa ancora ragionevolmente aspirare ad una
crescita adeguata ed al ruolo che la classifica gli assegna, mantenendo la
forma giuridica di Banca Popolare.
A tale proposito,
Andrea Rittatore Vonwiller, Consigliere dell’Associazione di Azionisti “Insieme
per UBI Banca”, ha dichiarato: “Vale la pena di ricordare che le banche popolari si sono
caratterizzate come realtà orientate a dare rilievo al rapporto socio-cliente,
alla persona prima che al capitale, e al territorio di riferimento. In sintesi
queste istituzioni si sono distinte per la capacità di instaurare un rapporto
diretto tra il socio/cliente ed il governo della banca, ma si sono anche
caratterizzate per una limitata zona di influenza, intesa, nell’accezione
positiva, come un particolare radicamento nel territorio di competenza”.
Anche UBI
Banca, nonostante le dimensioni assunte dal Gruppo ricade in tale condizione e
da tale status derivano una serie di conseguenze: “Mentre il rapporto diretto con il cliente, rappresenta tuttora uno
dei driver principali dell’attività di marketing degli istituti di credito –
anche e soprattutto di quelli di maggiori dimensioni – la seconda
caratteristica, e cioè la limitata zona di influenza, è invece una condizione
non più attuale per il Gruppo UBI in virtù della sua dimensione
nazionale”.
Questo fatto
determina una serie di ricadute non positive, la più evidente delle quali è la
mancanza di attrattività per gli investitori nazionali e soprattutto
internazionali, a causa degli eccessivi limiti al possesso azionario, delle
limitazioni alla trasferibilità delle azioni ed infine alla presenza della clausola
di gradimento. E in un contesto nel quale la possibilità di apporto di
capitali del mercato italiano è assai limitata ed insufficiente per lo sviluppo
di un grande Gruppo, è necessario potersi rivolgere ai mercati internazionali
che, tuttavia, per le ragioni sopra ricordate, sono pressochè
inaccessibili alle Banche Popolari, che si trovano relegate in un
ruolo secondario dalla necessità di convivere con severe limitazioni
alla politica espansiva del credito, in ossequio ai ratios patrimoniali
richiesti dalle norme di Basilea. “Pertanto – conclude Rittatore Vonwiller – gli assetti di una banca moderna e “sistemica” quale è UBI Banca,
dovranno essere tali da non ostacolare la possibilità di ricorrere al capitale
di rischio senza limitazioni o vincoli eccessivi. Ritengo perciò che la
trasformazione di UBI Banca in Società per Azioni dovrà essere un momento
qualificante dell’impegno della nuova governance che si insedierà alla guida
del Gruppo dopo la prossima Assemblea”.
“Insieme per Ubi Banca” ha
sede a Milano, Corso Magenta, 42
Tutte le informazioni e la
modulistica per la domanda di adesione all’Associazione sono reperibili sul
sito www.insiemeperubi.it
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