La problematica dell’Acqua pubblica a Gela nell’ultimo periodo
stà creando un notevole disagio ai Cittadini, che da mesi subiscono la chiusura
coatta e la rimozione dei contatori per la fornitura di acqua pubblica, in
seguito a morosità nei pagamenti. Una condizione che si scontra nettamente con
il recente referendum nazionale sull’Acqua , da alcuni considerata un bene
comune e con il bisogno igienico sanitario dell’essere utente considerato uomo.
Una storia che si trascina da anni e che vede protagonista il contratto cappio ventennale
concluso dall’Ato Idrico gestore d’ambito di cui hanno fatto parte tutti i
comuni della provincia di Caltanissetta, tra cui il comune di Gela come socio
di maggioranza. La società privata che si è aggiudicata l’appalto è Caltaqua
Spa ,che oggi gestisce l’approvvigionamento e la distribuzione di acqua nella
popolosa città di Gela. Una storia di mala politica che si trascina da anni con
promesse non mantenute da parte delle amministrazioni comunali che si sono
susseguite nel tempo. Un protagonista della vicenda non accettato mai dai
cittadini “la non potabilità dell’acqua”, sancita nel 2009 da un’ordinanza dell’allora
Sindaco Rosario Crocetta che obbligava al pagamento del 50% delle quote dovute
fino a tale anno. Strascichi legali che si sono succeduti davanti i tavoli del
giudice di pace ma che sebbene abbiano validato tale condizione dell’acqua a
Gela non ha mai avuto i suoi frutti. Tra questi atti la recente ordinanza
Sindacale dell’attuale Sindaco Angelo Fasulo che ordinava a Caltaqua di evitare
i distacchi dei contatori ai meno abbienti, resa successivamente nulla da una
sentenza del TAR Sicilia passata in giudicato per Contumacia da parte dello
stesso Comune di Gela. Oggi in seguito a questo palleggiamento tra le parti
nessuno riesce a capire dove stà la verita, sembra infatti che dietro tutto
questo si nascondano altri interessi. Nel frattempo la popolazione senza
distinzione di età e di reddito, continua a subire angherie continue e
vessazioni di pagamento che si trasformano nel distacco coatto dell’erogazione
del bene comune acqua con il reale pericolo di una vera emergenza igienico
sanitaria. Molti i cittadini che non si potranno lavare per la mancanza di
acqua potabile. Varie le denunce sulla pubblica erogazione dell’acqua che
attualmente per alcuni sembra ancora non essere potabile, vedi il caso del
quartiere fondo Iozza dove nei giorni scorsi
a detta di un residente sembra essere uscita dai rubinetti: “acqua e
idrocarburi”. Tutte condizioni di disagio che si contrappongono ai favori
economici della società privata che attualmente fà pagare circa 2 euro al mq tra
oneri ed accessori. Intanto continuano ad arrivare le bollette milionarie che
vanno dai 3000 euro ai 9000 euro che naturalmente molti cittadini non riescono
a pagare. Colpe e promesse di una amministrazione politica che sembra avere
tradito tutti. Una premessa che ha portato nei giorni scorsi alla istituzione
di un comitato spontaneo contro i distacchi del bene comune “Acqua”, retto dall’Avv
Lucio Greco a cui fanno parte anche tutti i comitati dei quartieri cittadini ed
alcune associazioni. Obbiettivo: “fare chiarezza - dice l’Avv Lucio Greco - sui
comunicati pubblici fatti di recente dal Primo Cittadino e da Caltaqua, non si
riesce a capire dove stà la verità”. Nella riunione del comitato spontaneo si è
deciso di chiedere immediatamente nella mattinata del 22 Marzo 2013 un incontro
con il Sindaco per avere spiegazioni in merito.
Di Maurizio Cirignotta
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