Al Senato, fra chi del Pdl era incaricato di contare i voti, c'era la senatrice Cinzia Bonfrisco:
«Ho contato le schede bianche del gruppo di Monti, mentre sono arrivati
15 voti dei grillini grazie all'accordo fra il Pd e il 5 Stelle. C'è
delusione, forte preoccupazione. È sempre più evidente che si va a un
governo del Pd con appoggio più o meno nascosto del 5 Stelle. Questo ci
preoccupa molto, soprattutto in ordine ai temi economici».
Habemus,
dopo papa Francesco, anche i presidenti di Camera e Senato. E comincia
la battaglia anche nella pattuglia veronese di parlamentari, 11 deputati
e un senatore. Com'era prevedibile, qualche ponte di ipotetico dialogo
fra Pd-Sel e Movimento 5 Stelle è stato creato. Mentre si allarga la
crepa fra centrosinistra, da una parte, montiani e centrodestra
dall'altra. Laura Boldrini, di Sel, e Pietro Grasso, del Pd, sono stati
eletti rispettivamente presidenti della Camera e del Senato, ma la loro
attività parte in salita. E chi è partito dall'Adige per andare al
Tevere conferma questo quadro. «Per il curriculum e l'esperienza Laura
Boldrini è senz'altro persona all'altezza dell'incarico e la misureremo
in aula», dice Alberto Giorgetti, deputato del Pdl, «ma la sua matrice
culturale è palesemente di sinistra, essendo di Sel e accolta con
entusiasmo anche dal 5 Stelle. Molto più spostata dell'area centrista
del Pd, dunque», spiega. «È un ulteriore passo indietro verso
l'ingovernabilità».
Sul fronte leghista anche Matteo Bragantini,
deputato della Lega Nord, contrasta la scelta. «Il Pd ha deciso di
votare un esponente di Sel», dice, «e hanno scelto al loro interno. Ho
trovato poi il discorso della Boldrini molto retorico. Ha parlato solo
delle sofferenze degli extracomunitari, a cui vuole aprire le porte, poi
dei detenuti, ma forse si è dimenticata della crisi economica e
istituzionale. Vedremo nei fatti se sarà super partes e garante di tutte
le posizioni o sarà, invece, di parte». SUL FRONTE del Pd viene accolta
con grande favore l'elezione della Boldrini. «Il primo atto del nostro
Parlamento è stato quello di eleggere una donna», dice Alessia Rotta,
deputato del Pd, «una donna coraggiosa, che non è una promessa ma da 20
anni lavora per i diritti. Le sue prime parole sono state importanti, si
riparte dagli ultimi, si deve ritrovare la passione che animi la
politica, il senso delle istituzioni e naturalmente i crimini
inaccettabili, come quelli contro le donne. Sottolineo poi il grande
gesto della coalizione Italia Bene Comune: il Pd», conclude la Rotta,
«ha dimostrato di ascoltare i cittadini che chiedono rinnovamento, ma
accompagnato da responsabilità, come sottolinea Bersani».
E
Francesca Businarolo, deputato del 5 Stelle, spiega: «Auguriamo buon
lavoro alla neoeletta presidente. E ci auguriamo che la Camera diventi
la casa della buona politica. Verificheremo con i fatti se i propositi
enunciati nel discorso verranno mantenuti». SIA LA BOLDRINI che Grasso
sono stati già a Verona, negli anni scorsi, ma Vincenzo D'Arienzo,
deputato del Pd e segretario provinciale fa sapere: «L'ho invitata in
Arena per l'opera e lei ha detto che verrà volentieri». Gianni Dal Moro,
deputato del Pd: «Abbiamo credo mantenuto la parola: responsabilità nel
cambiamento. Laura Boldrini e Piero Grasso sono certo saranno due
presidenti di tutti gli italiani. Ora diventa più chiara la differenza
tra la politica che costruisce e quella che distrugge».
Al Senato, fra chi del Pdl era incaricato di contare i voti, c'era la senatrice Cinzia Bonfrisco:
«Ho contato le schede bianche del gruppo di Monti, mentre sono arrivati
15 voti dei grillini grazie all'accordo fra il Pd e il 5 Stelle. C'è
delusione, forte preoccupazione. È sempre più evidente che si va a un
governo del Pd con appoggio più o meno nascosto del 5 Stelle. Questo ci
preoccupa molto, soprattutto in ordine ai temi economici».
FONTE: L’Arena
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