Si è concluso il progetto realizzato da Terna, guidata da Flavio Cattaneo,
in collaborazione con il Wwf, all'interno del Parco Nazionale del Gran
Sasso, per ricomporre la continuità paesaggistica e vegetazionale in
luoghi interessati dalle linee elettriche. Al centro dell'intervento
otto tralicci per la trasmissione dell'energia elettrica, lungo una
fascia larga 200 metri e lunga 29 km della tratta Bolognano-Bussi (linea
Popoli-Alanno) in prossimità delle suggestive Gole di Popoli,
recentemente ricostruita per ragioni di sicurezza. Messi in atto
interventi di ingegneria naturalistica, come l'utilizzo di "biostuoie"
in fibra di cocco e tela di juta.
Un'equipe
specializzata ha ricreato con tecniche di ingegneria naturalistica la
copertura vegetazionale delle aree interessate dai sostegni, una zona
quanto mai impervia caratterizzata da pendenze elevate in condizioni di
rischio di erosione e dissesto idrogeologico. Oltre all'intervento
effettuato con il Wwf sono stati montati, nei tratti che potevano
interessare delle rotte migratorie dei volatili, dei dispositivi per
l'avifauna, per impedire la collisione degli uccelli con la linea.
«L'ambiente
rupestre oggetto dell'intervento», come riporta il quotidiano il Centro
da una nota di Terna, «è uno dei più sfavorevoli alla vita vegetale,
per le condizioni micro-climatiche dei luoghi, per le sollecitazioni
esercitate dal movimento superficiale dei detriti e per l'accentuato
dilavamento che le acque di origine piovana possono arrecare su suoli
non più integri. Per questo, le specie vegetali utilizzate sono state
selezionate in base alla loro capacità di colonizzazione del suolo e
anzi derivate appositamente da piante del Parco». Su indicazione dell'
Ente Parco è stato infatti eseguito uno sfalcio delle piante già
presenti nell'area e nelle zone attigue, per raccogliere i semi e
mettere a dimora nuove piccole piante autoctone, come rosa canina,
ginestra, ginepro, fusaggine, terebinto e albero di Giuda «Per
facilitare l'attecchimento delle nuove piantine», aggiunge Terna, «sono
stati messi in atto interventi di ingegneria naturalistica, come
l'utilizzo di "biostuoie" in fibra di cocco e tela di juta, per
proteggere il substrato dal dilavamento e favorire l'accumulo di terra
necessario per la semina e il successivo attecchimento delle giovani
piante».
FONTE: Terna
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