Siamo
arrivati al giorno fatidico dell’elezione del Presidente della Repubblica che
in Italia viene eletto come prevede la
costituzione dalle formazioni Politiche e dagli accordi di Palazzo e non dal
Popolo. Una decadenza democratica ancora non percepita dall’Italia che in 40
giorni dalle ultime elezioni politiche, del Febbraio 2013, non riesce ancora a
coagulare un nuovo Governo. Ci siamo affidati anche ai Saggi per costruire un
programma di scelte di larga intesa utile ed unire un eventuale coalizione di
Governo a garanzia dello Stivale. La Politica ancora una volta getta la spugna e manifesta la sua chiara decadenza
ideologica. Sono sempre gli stessi Burattinai a gestire il sistema di Potere e
le Lobby. A livello internazionale si parla di società partecipata e di
cittadino del mondo, sarà vero? La storia ci insegna come tanti inganni fatti
verso il popolo Italiano, hanno creato il disagio di oggi, caratterizzato da
una disoccupazione record e da tante illusioni che si fondano in una pressione
fiscale del 51%. Le aziende muoiono con una frequenza indescrivibile , chi si è
affidato allo stato per vivere, muore sotto l’onta dei mancati rimborsi
Pubblici (15,6 anni). Una realtà che
inquina anche l’elezione del Presidente della Repubblica con i soliti soldatini
di Piombo raccolti negli anni della vecchia politica per rappresentare ancora
una volta l’Italia. La preoccupazione dei partiti oggi si fonda su obbiettivi
personalistici che tendono a piazzare al Colle un loro Uomo. Il ruolo del Presidente
della Repubblica,infatti, è cambiato radicalmente negli ultimi anni rispetto
alla carta del 1948 e passa da una mera funzione Notaristica ad una ruolo
altamente Politico che supera quello di sola garanzia. Questo i partiti lo hanno
capito. Guardando le Democrazie che si rispettano e garanti del popolo, come
quella Americana , oggi vedono l’elezione del loro Presidente, con suffragio
popolare in attenzione di un sistema politico-sociale che non rappresenta lo
stadio supremo della classica democrazia borghese, ma la volontà comune. Il
cambiamento dell’Italia parte ,invece, dalle solite candidature che vedono per il centrosinistra (PD, Sel, PSI, CD) l’ex premier Romano
Prodi, che ricompare dopo la grande scelta dell’Euro ed il trattato di
Lisbona. Altro candidato papabile Massimo D’Alema. Nel polo di centrodestra (PDL, Lega, Destra, MIR e altri),invece,
unico candidato Silvio Berlusconi con la riserva Gianni Letta. Per
i Montiani troviamo Anna Maria
Cancilleri ed Emma Bonino ed infine il Movimento 5 Stelle propone del Premio
Nobel Dario Fo. Tra questi una candidatura sicura quella di Romano
Prodi già condivisa da più partiti.
Di Maurizio Cirignotta
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