Dopo la manifestazione
del 30 marzo 2013 a Niscemi, organizzata dal comitato “No Muo”s e
dal Comitato “Mamme No Muos”, che ha visto una partecipazione di
circa 4000 persone, secondo le stime della questura e di 10000 per
gli organizzatori, a cui hanno partecipato oltre al sindaco La Rosa e
alcuni sindaci del circondario, anche i rappresentanti dei No Tav
della val di Susa, ed associazioni del territorio, tra cui il
Movimento Polo Oncologico Onlus di Gela, si susseguono altre proposte
per impedire la continuazione dei lavori di realizzazione del sistema
satellitare Muos di contrada Ulmo. Oltre all’atto ufficiale dei
giorni scorsi prodotto della Regione Siciliana che indica la revoca
dei lavori, un’altra proposta arriva proprio dal Prof. Zucchetti
del Politecnico di Torino che per primo aveva lanciato l’allarme di
pericolo delle radiazioni elettromagnetiche sull’uomo, “Possiamo
fare il Muos in una zona desertica” - dice il prof Zucchetti
-“Smonterei tutto per trasferirlo in Libia o in Israele nel deserto
del Negev, se proprio lo debbono fare!!”. L’esperto di onde
elettromagnetiche che ha già prodotto uno studio tecnico in merito
consiglia di costruirlo a centinaia di chilometri dalla popolazione
ribadendo che secondo lui gli effetti sulla salute consistono in :
“Induzione certa verso la neogenesi dei tumori, delle
malformazioni, con una particolare azione sul sistema immunitario”.
Una fase delicata che in maniera sottile si nasconde però anche
dietro alcune coperture politiche che si abbattono come un macigno
sulla questione Muos e si scontrano con la vera volontà e le paure
di tutti i cittadini. Il governo intanto si pone in attesa di un
referto definitivo sulla questione che si avrà con la relazione
definitiva dei tecnici.
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