Nuovo, importante e speriamo ascoltato lavoro sul rapporto rischio beneficio dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Sul sito di Marco Filippini, l’esperienza a difesa del malato per raggiungere gli standard europei in fatto di terapia del dolore. Da: Coxib and traditional NSAID …: meta-analyses of individual participant data from randomised trials. The Lancet, 2013.
A ribadirlo è un’ampia metanalisi appena pubblicata su The Lancet, la più completa mai fatta, dalla quale si evince che l’uso di diclofenac e ibuprofene ad alto dosaggio aumenta di circa un terzo il rischio di eventi vascolari maggiori.
Lo studio, coordinato dalla Clinical Trial Service and Epidemiology Studies Unit dell’Università di Oxford conferma, invece, che il naprossene ad alto dosaggio è gravato da rischi vascolari minori rispetto agli altri FANS.
Tuttavia la pubblicazione suggerisce che l’entità del rischio può essere prevista, il che potrebbe aiutare medici e pazienti nel prendere decisioni cliniche.
I FANS ad alto dosaggio, ampiamente utilizzati come analgesici nei disturbi infiammatori, sono notoriamente gravati da un aumento del rischio di complicanze gastrointestinali. I coxib, sviluppati proprio per ridurre questo problema, hanno poi generato dubbi sulla sicurezza cardiovascolare (possibile aumento del rischio di infarto e di morte).
Finora, però, non erano ancora chiari gli effetti su cuore e vasi dei FANS tradizionali – diclofenac, ibuprofene e naprossene – al dosaggio, rispettivamente, di 150, 2400 e 1000 mg al giorno.
Per questo gli autori della metanalisi, riuniti nella Coxib and traditional NSAID Trialists’ Collaboration, che include anche il Prof. Patrono dell’ Università Cattolica di Roma, hanno analizzato i dati di 639 studi, di cui 280 su FANS tradizionali confrontati con placebo e 474 di confronto tra un coxib verso un altro FANS, che hanno coinvolto in totale 353.809 pazienti.
Per questo gli autori della metanalisi, riuniti nella Coxib and traditional NSAID Trialists’ Collaboration, che include anche il Prof. Patrono dell’ Università Cattolica di Roma, hanno analizzato i dati di 639 studi, di cui 280 su FANS tradizionali confrontati con placebo e 474 di confronto tra un coxib verso un altro FANS, che hanno coinvolto in totale 353.809 pazienti.
I coxib studiati erano principalmente celecoxib, rofecoxib (ritirato dal mercato nel 2004), etoricoxib e lumiracoxib (in commercio solo in pochi Paesi e mai approvato negli Usa).
Gli outcome principali erano gli eventi vascolari maggiori, tra cui infarto miocardico non fatale, ictus non fatale o decesso per cause vascolari, gli eventi coronarici maggiori, l’ictus, la mortalità, l’insufficienza cardiaca e le complicanze del tratto gastrointestinale superiore.
Gli outcome principali erano gli eventi vascolari maggiori, tra cui infarto miocardico non fatale, ictus non fatale o decesso per cause vascolari, gli eventi coronarici maggiori, l’ictus, la mortalità, l’insufficienza cardiaca e le complicanze del tratto gastrointestinale superiore.
L’analisi dei dati ha dimostrato un aumento di un terzo degli eventi vascolari maggiori con i coxib e con diclofenac. L’uso di ibuprofene, invece, ha mostrato di aumentare significativamente gli eventi coronarici maggiori. Inoltre, tutti i FANS hanno mostrato di raddoppiare approssimativamente il rischio di scompenso cardiaco e confermato di aumentare le complicanze del tratto gastrointestinale superiore . Ogni 1000 pazienti trattati con questi farmaci, anziché con un placebo, ci sono stati tre eventi vascolari maggiori in più, uno dei quali fatale.
Fino a quando non si saranno trovate giuste e migliori strategie per il trattamento del dolore cronico, conclude l’esperta Marie Griffin di Nashville, “l’uso prolungato dei FANS ad alto dosaggio dovrebbe essere riservato a coloro che traggono un beneficio sintomatico notevole dal trattamento e ne comprendono i rischi”.
Fonte: Coxib and traditional NSAID …: meta-analyses of individual participant data from randomised trials. The Lancet, 2013
FONTE: marcofilippini.it
Nessun commento:
Posta un commento