Terna crede nell’integrazione europea e si prepara ad assumere un
ruolo fondamentale nel futuro hub elettrico europeo. L’AD di Terna Flavio Cattaneo:
“Le nostre priorità: completare il rinnovo e il potenziamento della
rete, rafforzando le linee di interconnessione senza trascurare le nuove
opportunità in attività non tradizionali in Italia e all’estero”.
“Grazie ai 6,5 miliardi di opere realizzate è stato azzerato il gap
infrastrutturale nei confronti degli altri Paesi europei e oggi siamo il
1° operatore di rete indipendente in Europa e 6° al mondo con
infrastrutture il cui valore è raddoppiato ad oltre 10 miliardi”.
Terna sempre più impresa infrastrutturale che crede nell’integrazione europea. L’azienda guidata da Flavio Cattaneo,
come riporta molto bene “Affari & Finanza” di Repubblica, ha
infatti in animo di realizzare nell’immediato futuro un potenziamento
della rete elettrica italiana attraverso ingenti investimenti
infrastrutturali (7,9 miliardi di euro complessivi nell’arco di un
decennio, di cui 4,1 entro il 2017 per la sola componente tradizionale),
ma anche di dar vita ad un vero e proprio hub elettrico europeo.
Un
programma ambizioso che, come sottolinea la Lettera all’Investitore
riportata dall’inserto economico, vede Terna prepararsi a chiudere il
2013 con un utile a 480 milioni grazie a una crescita del 4,3%
dell’Ebitda, atteso in prossimità di 1,45 miliardi, salvo eventi oggi
non ipotizzabili. I debiti dovrebbero collocarsi al di sotto di 6,6
miliardi in presenza di 1,2 miliardi di investimenti e grazie ad una
generazione di cassa attesa a un miliardo. Non solo: il gruppo dovrebbe
confermare una politica di dividendi generosa ma sostenibile.
Come rimarca l’amministratore delegato Cattaneo
le priorità cui l’azienda sta lavorando sono racchiuse in queste
parole: “Completare il rinnovo e il potenziamento della rete di
trasmissione italiana, rafforzando nel contempo le linee di
interconnessione con l’estero in una logica di hub europeo senza
trascurare le nuove opportunità in attività non tradizionali sia in
Italia che all’estero”. Una strategia che va nel solco delle direttrici
del piano al 2017 e “del nuovo volto assunto da Terna dal 2005 ad oggi;
otto anni nel corso dei quali si è concretizzata la trasformazione da
impresa elettrica ad una società infrastrutturale con un approccio
strategico che ha saputo affiancare al core business lo sviluppo di
progetti in attività non tradizionali”.
Ma per far tutto ciò è
essenziale “che tutti contribuiscano a far scendere i prezzi delle
materie prime, poi, grazie anche alle nuove interconnessioni che stiamo
costruendo, l’eccesso di capacità lo si potrà esportare a favore di
Francia e Germania che, con la componente nucleare — in parte in via di
dismissione come in Germania — non hanno un parco flessibile come il
nostro. Naturalmente non possiamo fare tutto da soli, è anzi necessario
che l’Europa faccia la sua parte favorendo l’apertura dei mercati. Ma
l’Italia ha tutte le carte in regola per essere protagonista nel mercato
energetico europeo”.
Terna è insomma pronta a questo ruolo di
capofila europeo, forte anche di una situazione italiana molto
efficiente e proficua. “Grazie ai 6,5 miliardi di opere realizzate –
afferma sempre Cattaneo -, con un impegno di spesa annua che è
quintuplicato sino a toccare quota 1,24 miliardi, è stato azzerato il
gap infrastrutturale nei confronti degli altri Paesi europei e oggi
siamo il 1° operatore di rete indipendente in Europa e 6° al mondo con
infrastrutture il cui valore è raddoppiato ad oltre 10 miliardi”.
Il
mercato intanto continua a premiare Terna. Il titolo ha chiuso in
ripresa una settimana negativa (venerdì a +0,71%, recuperando
parzialmente sui sette giorni che restano sul segno -) ma che non
scalfisce le performance realizzate nell’arco dei 3 mesi (+5.79%), sei
mesi (17,63%) e un anno (23,55%). Risultati importanti se si considera
che stiamo parlando di un titolo fondamentalmente difensivo i cui ricavi
sono pressoché tutti regolati da tariffe che di fatto isolano ricavi e
reddito dai volumi del business in quanto dipendono essenzialmente dagli
investimenti.
FONTE: Terna
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