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venerdì 28 giugno 2013

Inflazione: tracollo dei consumi alimentari, nella "dieta" delle famiglie sempre meno carne rossa (-6,5%) e pesce fresco (-4,8%)

Inflazione: tracollo dei consumi alimentari, nella "dieta" delle famiglie sempre meno carne rossa (-6,5%) e pesce fresco (-4,8%)

 

La Cia commenta i dati sui prezzi al consumo diffusi dall'Istat: ricomincia la corsa del carrello della spesa, in un contesto già segnato da un crollo generale della domanda interna. Il paniere dei prezzi dei prodotti più acquistati trascinato in alto dai listini degli alimentari freschi, soprattutto la verdura (+11,2%), che ancora pagano gli effetti della lunga ondata di maltempo. I tagli alle quantità di cibo riflettono una riorganizzazione totale della spesa alimentare da parte degli italiani, costretti dalla crisi a fare lo slalom tra più supermercati (53%) o a dover rinunciare completamente a pranzi e cene fuori casa (16%).

 

Riparte la corsa del carrello della spesa, che a giugno sale all'1,7 per cento annuo attestandosi su valori molto più alti rispetto al tasso d'inflazione (+1,2 per cento). Colpa dei rialzi dei prezzi dei carburanti e degli alimentari freschi, che ancora pagano la lunga ondata di maltempo che non ha dato tregua alle campagne con allagamenti e frane che hanno trascinato in alto le quotazioni al dettaglio di frutta (+6,9 per cento) e verdura (+11,2 per cento). Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi oggi dall'Istat.

Ma il rincaro del paniere dei prodotti più acquistati non è un bel segnale: vuol dire che i consumatori continuano a dover svuotare sempre di più il portafoglio per fare il pieno alla pompa o andare al supermercato -spiega la Cia- in un contesto economico depressivo già segnato da un crollo senza precedenti dei consumi delle famiglie, scesi a quota -3,4 per cento solo nel primo trimestre dell'anno. Lo stesso capitolo alimentare ha subito un vero e proprio tracollo, nonostante rappresenti da sempre l'ultima voce ad essere "tagliata". Le famiglie in trincea hanno ridotto qualsiasi acquisto: carne bovina (-6,5 per cento) e pesce fresco (-4,8 per cento), frutta (-4,5 per cento) e ortaggi (-2,2 per cento). Ma anche pasta (-1,6 per cento) e latte (-3,6 per cento), ovvero quegli alimenti "base" di uso quotidiano che non mancano mai nella "dieta" degli italiani. 

"Tagli" alle quantità che riflettono una riorganizzazione totale della spesa alimentare da parte de consumatori, costretti dalla crisi a rivedere scelte e abitudini al supermercato -continua la Cia-. Oggi, infatti, il 65 per cento delle famiglie compara i prezzi con molta più attenzione; il 53 per cento gira più di un negozio alla costante ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali; il 42 per cento privilegia le grandi confezioni o "formati convenienza"; il 32 per cento abbandona i grandi brand per marche sconosciute e prodotti di primo prezzo; il 24 per cento ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi della cucina. In più, oltre il 16 per cento delle famiglie rinuncia del tutto a pranzi e cene fuori dalla mura domestiche (ristoranti, trattorie, tavole calde, fast-food, pizzerie).

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