Dal 6 all'otto settembre, nel Castello de' Medici di Ottaviano, in provincia di Napoli, sesta edizione del Premio Amodio Pesce, nell'ambito dell'ottava edizione di
Vesuvinum i giorni del Lacryma Christi, organizzato dalla Strada del Vino Vesuvio e dei prodotti tipici vesuviani, presieduta da Michele Romano in sinergia con Luciano Pignataro Wine Blog
L'anteprima il 26 luglio, nelle sale della Camera di Commercio di Napoli, con una degustazione alla cieca, vale a dire con bottiglie coperte, di 76 Lacryma Christi del Vesuvio di 31 aziende di cui 27 bianchi, 20 rossi, 12 rosati e 17 rossi Riserva.
L'analisi sensoriale svolta da tre commissioni di valutazione presiedute dal Presidente dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani Riccardo Cotarella con il coordinamento del giornalista Luciano Pignataro e del Presidente Assoenologi Campania Roberto Di Meo. Qualificati i degustatori: gli enologi Giancarlo Berti, Michele D'Argenio, Massimo Di Rienzo, Raffaele Inglese, Gianni La Marca, Francesco Martusciello, Franco Onesto, Ivan Pavia e Gerardo Vernazzaro, il Fiduciario della Condotta Slow Food Vesuvio Alberto Capasso, i giornalisti Pasquale Carlo, associato Arga e Sara Marte, il sommelier AIS e assaggiatore ONAV Davide Gangi, il Vice-presidente Professioni e Turismo Gianluca Parisi e il wine blogger Andrea Petrin.
In finale sono stati scelti 15 Lacryma Christi del Vesuvio di cui 5 bianchi, 5 rossi, 3 rosati e 2 rossi Riserva. Il vino Lacryma Christi ha denominazione antica, che si perde nella leggenda. Storicamente il vino, già famoso presso gli antichi Romani, deve la sua fama ed il nome ai monaci che a partire dal Medioevo, per secoli lo produssero stillando la lacrima delle uve delle vigne vesuviane.
La Campania felix, da sempre terra di grande vocazione viticola e di grandi vini, è riuscita a superare le difficoltà del passato e riconquistare stima e fiducia nel mondo enologico quella posizione di preminenza che le spetta. Poeti come Plinio asseriva che "è il terreno e il paese dove nasce e non l'uva a fare la differenza nei vini", Virgilio, Orazio, Catullo hanno lasciato splendide pagine sul nettare degli dei. Nell'antica Pompei per un'anfora di vino si era disposti a cedere uno schiavo.
In mattinata nella storica sala "corbeille" dell'antico Palazzo della Borsa, sono stati aperti al pubblico spazi espositivi di degustazione di vini e prodotti con campioni di oltre settanta ecotipi diversi di albicocca, ciliegie, pomodorini del piennolo, coltivati nel fertile suolo lavico ricco di minerali.
Nel pomeriggio la presentazione di Vesuvinum 2013 coordinato da Luciano Pignataro. Dopo il saluto introduttivo del Presidente della Camera di Commercio di Napoli Maurizio Maddaloni e del Sindaco di Ottaviano Luca Capasso, sono intervenuti il Presidente della Strada del Vino Vesuvio Michele Romano, il Presidente Assoenologi Campania Roberto Di Meo, il Presidente dell'Associazione Enologi Enotecnici Italiani Riccardo Cotarella, l'Onorevole Paolo Russo della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
Durante i lavori è emerso un dato importante, il miglioramento qualitativo nell'anno in corso della produzione dei vini vesuviani. Questi, come rilevato da Luciano Pignataro, "hanno il pregio di avere sia un approccio easy sia un carattere adatto ad essere destinati all'alta ristorazione". I vini del Vesuvio, e in particolar modo il Lacryma Christi dop, esportano in maniera sempre crescente all'estero l'immagine della Campania, una regione che, come evidenziato da Riccardo Cotarella, "è una delle più interessanti da un punto di vista enologico grazie ad un ampio e diversificato patrimonio di vitigni autoctoni".
mario carillo napolinews.org