Possiamo
anche essere uomini e donne portatori di pace ma è inevitabile farsi dei nemici
nel corso della vita. Si è portati a credere che i nemici siano gli altri,
siano fuori. In realtà, i veri nemici sono dentro di noi, siamo noi stessi. A
renderci la vita difficile e a procurarci dolore sono in primo luogo i nostri
vizi, le nostre debolezze, gli errori che ci ostiniamo a commettere nonostante
li riconosciamo come tali. Il nemico più subdolo e potente è certamente il
nostro famelico Ego.
Ego è il termine con cui, in psicoanalisi, si definisce l’Io, uno
dei tre aspetti della psiche umana secondo Freud (gli altri due sono l’Es e il
Super-Ego). L’Ego è una delle due facce della nostra medaglia. L’altra, quella
più preziosa, è il Sé, l’essenza che enuclea la persona nella sua totalità
rispetto al mondo esterno. L’Io o Ego, invece, è la struttura che percepisce se
stessa e si relaziona col mondo esterno secondo la legge di polarità, alimentando
il doloroso dualismo “ noi e gli altri”. Il Sé esiste fin dal momento in cui
veniamo al mondo, è il nostro codice di fabbrica originale. L’Ego inizia a
formarsi in noi nell’infanzia e, come si può notare nei bambini fin dai primi
contatti col mondo esterno (persone e cose) prende subito una brutta piega. Si
fa influenzare dai fattori ambientali e sociali e si orienta verso
l’affermazione di sé e il potere. L’Ego assume con prepotenza il comando della
nostra vita, ne diventa l’amministratore delegato alimentando una
consapevolezza di se stesso e della realtà che non è oggettiva ma soggettiva.
In sostanza, col passare del tempo, l’Ego ci induce a credere di essere individui
diversi da quelli che in realtà noi siamo. Prevaricando il Sé, lo tacita, e
attraverso il consolidamento della personalità, delle abitudini e delle false
convinzioni costruisce di noi un’effigie artificiosa. L’Ego è il principale
responsabile dei nostri problemi psichici e comportamentali e di conseguenza è
il nostro nemico pubblico numero uno. Come rimarcò Freud, la sua funzione è
mediare fra due opposte sfere psichiche: il Super-Ego (che interiorizza i
codici di comportamento, i divieti, gli schemi di valore, ecc) e l’Es (la voce
della natura nell’animo umano). Purtroppo non ci riesce o lo fa male. Inoltre,
ha il compito di creare un equilibrio dinamico con le spinte che provengono dal
mondo esterno. Di fatto, il nostro Ego è “servo di tre tiranni”, come diceva
Freud, e poiché è debole e instabile finisce per subirne la prepotenza e diventa
la causa primaria dei nostri problemi. È la fonte della nostra angoscia, figlia
dell’incapacità di dominare gli stimoli esteriori, la libido dell’Es e il
rigore del Super-Io.
Mi fermo qui, credo basti. I rapporti interpersonali ci
mostrano quotidianamente quanto sia difficile confrontarsi con gli altri, che
non sono necessariamente cattivi né odiosi. Il problema è che è il nostro Ego
si relaziona con altri Ego. E purtroppo, “l’Io è odioso”, come stigmatizzò il
filosofo e matematico Pascal. È questa la ragione per cui ci creiamo tante inimicizie
e siamo antipatici a molti. Cerchiamo di imporre il nostro glorioso Ego, che è
tronfio come un tacchino. Dall’altra parte, incontriamo Ego animati dallo stesso
spirito di competizione, dalla stessa voglia di pavoneggiarsi e imporsi. Ne consegue
il più delle volte uno scontro fra Ego, sulla falsariga di Godzilla vs. King
Kong. Se ci relazionassimo col prossimo attraverso il Sé non ci sarebbero
conflitti né sofferenza. Il Sé non è prevaricatore, a differenza dell’Ego che
ci comanda a bacchetta, influenza e inganna. L’Ego non corrisponde affatto alla
nostra essenza né al nostro valore, per quanto la gente sia convinta del
contrario. Secondo voi ha più valore un uomo che esalta il suo Ego al volante
di una Ferrari, con una top-model al suo fianco o un uomo che ha rinunciato a
tutto, Ego compreso, per fare volontariato in una umile missione in Africa? La
risposta la suggerisce Albert Einstein. “Il vero valore di un uomo si determina
esaminando in quale misura e in che senso egli è giunto a liberarsi dall’io”.
Chiaro no? La vera grandezza, il vero successo, la vera fonte di orgoglio per
un essere umano dovrebbe essere poter dire: “ho domato il mio Io, ho rinunciato
al mio Ego”. Non è facile. In primis perché l’Ego ci da sicurezza. In secondo
luogo perché è un maestro di malizie e inganni e quindi non lo conosciamo
veramente. Si dice che siamo bravi a mentire a noi stessi. È vero, dipende dal
fatto che non sappiamo riconoscere come mendace il nostro Ego. Chesterton pensava
che si può conoscere il cosmo ma non il proprio Io, che è più distante di ogni
altra stella. Avremmo bisogno di un potente cannocchiale rivolto verso la
nostra psiche per riuscire a esaminarlo.
Disponiamo, comunque, di strumenti
idonei per abbassare la cresta all’Ego, per renderlo inoffensivo. Quali?
Intanto, raggiungere la consapevolezza che noi non siamo quelli che ci
sforziamo di fare credere d’essere agli altri. Se vivessimo su un’isola
deserta, privi di ogni comfort, ce ne renderemmo conto. La nostra cultura, la
nostra posizione sociale, il nostro ruolo nella vita non avrebbero più senso.
Il nostro Io si ritroverebbe nudo e si metterebbe a frignare. Non è necessario
fare come Robinson Crusoe per riportare l’Ego al suo posto, basta una coraggiosa
presa di coscienza accompagnata da atteggiamenti consequenziali. Se accettiamo
l’idea che il nostro Io è un piccolo imbroglione e siamo stufi di essere
ingannati e ingannare, allora la nostra vita può diventare migliore, vera.
Tanto per cominciare, smettiamola di ripetere mille volte ”io” quando parliamo
e di parlare sempre di noi stessi. Siamo troppo vanitosi e autoreferenziali.
Smettiamola di titillarci al cospetto degli altri, per convincerli che siamo in
gamba e intelligenti e abbiamo successo. Non dobbiamo piacere per forza né
riuscirci attraverso le recite. Dobbiamo piacere agli altri perché siamo belle
persone e ci comportiamo bene. Non sopporto più quelli che gonfiano il petto
come rane, indossano i vestiti nuovi dell’imperatore e usano espressioni
obsolete del tipo “lei non sa chi sono io”. Ma chi sei? Non lo sai nemmeno tu, omuncolo
che hai soffocato il Sé e t’illudi d’essere rappresentato da un Ego borioso e
stupido. Che bello sarebbe se una mattina tutti decidessimo di uscire di casa
spogli delle suppellettili culturali, sociali e comportamentali. Ci
meraviglieremmo incontrando per strada, a scuola, sul posto di lavoro, gente totalmente
diversa da come l’avevamo creduta.
Il Mahatma Gandhi pensava che se potessimo
cancellare l’Io e il Mio dalla religione, dalla politica e dall’economia,
saremmo presto liberi e porteremmo il cielo in terra. Ha ragione. Se
abbattessimo il regime dell’Ego i rapporti umani diventerebbero molto più facili,
positivi e propositivi. Vivremmo in un mondo felice e sincero. Purtroppo non è
possibile. L’Ego è troppo forte e subdolo perché sia debellato. Ciò non toglie
che dovremmo combatterlo, con astuzia e pazienza. Possiamo indebolirlo,
affievolirne la voce e non sarebbe cosa da poco. Otterremo di vivere in una
società meno egoista ed egocentrica.
In effetti è un problema anche nel campo degli investimenti - e non è infrequente che molti broker si rivolgano a life coach per imparare come cambiare in questo senso e "sopravvivere" al proprio ego
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