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giovedì 22 agosto 2013

CONTRAFFAZIONE: COLDIRETTI, STOP A FALSA ARANCIATA ITALIANA. BENE CFS

E' necessario rendere obbligatoria l'indicazione in etichetta della provenienze della arance e dell'altra frutta impiegata in aranciate e succhi per impedire che vengano spacciati come Made in Italy  prodotti provenienti dall'estero. 

E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l'operazione condotta dal Comando provinciale di Reggio Calabria e del Nucleo Agroalimentare Forestale di Roma del Corpo forestale dello Stato che ha portato al sequestro di concentrato di succo d'arancia e di derivati dalla polpa di arancia di origine estera che, senza subire trasformazioni sostanziali, venivano riesportati come prodotto di origine italiana. 

La mancata entrata in vigore della norma che prevede l'obbligo di indicare in etichetta l'origine della materia prima impiegata nei succhi favorisce – sottolinea la Coldiretti - inganni e truffe. 

Una situazione che danneggia i consumatori ma anche i produttori italiani ai quali le arance destinate alla trasformazione industriale vengono pagate pochi centesimi al chilo. 

Un situazione che alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce imprese e lavoratori spesso immigrati. 

Un importante aiuto in questa direzione - continua la Coldiretti - potrebbe venire dall'attuazione della cosiddetta legge "Balduzzi" approvata dal parlamento che prevede l'obbligo di aumentare la percentuale di succo dal 12 per cento al 20 per cento nelle bibite per dire basta alle aranciate senza arance. 

Non va infatti dimenticato - conclude la Coldiretti - l'impatto economico sulle imprese agricole poiche' l'aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria.




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Redazione del CorrieredelWeb.it


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