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venerdì 30 agosto 2013

Lavoro: maltempo inverte rotta positiva dell'occupazione in agricoltura. Nel II trimestre -10,1%


La Cia commenta i dati Istat relativi al secondo trimestre 2013: le piogge incessanti registrate tra marzo e giugno hanno pesato sull'unico comparto "anticiclico", che finora aveva dimostrato di garantire produttività e occupazione. Nelle campagne allagate e impraticabili è stato stravolto il calendario agricolo: lo slittamento delle grandi campagne di raccolta ha ridotto la manodopera soprattutto al Nord (-14,8%).

 

Il maltempo blocca il trend positivo dell'occupazione in agricoltura. Le piogge incessanti che non hanno dato tregua alle nostre campagne in primavera si sono abbattute anche sui dati occupazionali del secondo trimestre, facendo registrare il primo segno meno (-10,1 per cento) dall'inizio del 2012. Le campagne allagate soprattutto al Nord hanno impedito le operazioni colturali, facendo slittare in avanti il calendario delle semine e quindi anche delle grandi raccolte che comportano il reclutamento di nuova manodopera, come accade per i pomodori, le pesche, le ciliegie, le albicocche e le susine. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati pubblicati oggi dall'Istat.

          Le anomalie pluviometriche maggiori hanno interessato le regioni settentrionali, dove infatti il dato occupazionale è il più pesante (-14,8 per cento), e si sono concentrate nei mesi di marzo e maggio, che sono i più decisivi per l'agricoltura. A marzo, il mese delle semine, il 102 per cento in più di pioggia al Nord -spiega la Cia- ha posticipato e spesso impedito le operazioni in campo. Mentre a maggio l'incremento del 50 per cento delle precipitazioni ha in parte compromesso la maturazione, determinando ovunque ritardi nella fioritura e quindi della fruttificazione per le piante da frutto.

Ma si tratta di un'inversione di tendenza di tipo congiunturale che investe l'unico settore produttivo che finora ha "tenuto" dal punto di vista occupazionale nonostante la crisi, dimostrandosi vitale e in grado di difendere i suoi posti di lavoro, creandone anche di nuovi. È per questo che è quanto mai opportuno prendere provvedimenti che agevolino le imprese dal punto di vista fiscale o contributivo, innescando nuova occupazione tra i giovani, visto che i 15-24enni senza lavoro ormai sfiorano quota 40 per cento -conclude la Cia-.

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