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giovedì 5 settembre 2013

Concorso dirigente scolastico: per il Tar è valido anche il servizio svolto da precari per diventare presidi


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Con sentenza n. 8086/13 sul ricorso patrocinato dagli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, per la prima volta, in materia concorsuale, un tribunale italiano disapplica la normativa nazionale in ragione del principio comunitario di non discriminazione del servizio prestato da precario. Undici docenti così possono sciogliere la riserva ed essere assunti dopo due anni come presidi. La legge e il bando contestati prevedevano come prerequisito di accesso un servizio di cinque anni svolto dopo l'immissione in ruolo. Sentenza storica che prende atto della gerarchia delle fonti normative anche nei pubblici concorsi.

Il sindacato lo aveva ribadito nell'estate del 2011: quella norma che discriminava il servizio prestato a tempo determinato violava la direttiva 1999/70/CE e pertanto aveva consigliato a tutti i docenti precari o neo-immessi in ruolo con cinque anni di servizio prestato nel pre-ruolo di presentare, comunque, la domanda di ammissione al concorso. Ma il Miur, sebbene diffidato, non aveva consentito la trasmissione della domanda attraverso il sistema Istanze on line, così i ricorrenti avevano trasmesso la domanda cartacea sostitutiva predisposta dall'Anief. Assistiti dagli avv. Fabio Ganci e Walter Miceli, i ricorrenti ottenevano un'ordinanza cautelare confermata dal Consiglio di Stato che gli permetteva di accedere con riserva alle prove preselettive, agli scritti e agli orali.

Uno su quindici riesce a superare il concorso ma con riserva della sentenza di merito che dopo l'udienza del 10 gennaio scorso è pubblicata il 4 settembre 2013. Ricorso accolto perché "neppure basta a giustificare una differenza di trattamento tra i lavoratori tempo determinato e i lavoratori a tempo indeterminato il fatto che tale differenza è stata prevista da una norma nazionale generale e astratta quale una legge o un contratto collettivo". D'altronde, la giurisprudenza comunitaria della Corte di Giustizia, con la sentenza nel procedimento C-177/10, pubblicata in data 08/09/2011, "ha inequivocabilmente sancito il principio secondo il quale, nei concorsi pubblici, il servizio pre-ruolo deve essere valutato come quello di ruolo". Anche un'ulteriore sentenza della Corte di Giustizia (Sesta Sezione del 18/10/2012 intervenuta nei procedimenti C-302/11 e C-304/11) ha ribadito gli stessi orientamenti con ulteriori specificazioni. I ricorrenti, pertanto, possono essere assunti come dirigenti.

La sentenza ha una portata storica perché introduce nel nostro ordinamento, in fase concorsuale, il principio comunitario di non discriminazione finora richiamato nelle cause di lavoro sulla successione dei contratti a termine.  È la seconda in Europa, dopo il caso spagnolo, che si esprime sul tema.

"Quando una norma nazionale è in contrasto con una norma comunitaria - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo della Confedir - questa va disapplicata senza se e senza ma. Ora aspettiamo la sentenza della Corte di giustizia europea sulla stabilizzazione dei precari che aprirebbe finalmente le porte all'immissione in ruolo di migliaia di precari sfruttati dall'amministrazione in questi anni dietro la scudo di una norma probabilmente illegittima. Già i tribunali della Repubblica in primo grado hanno condannato a cospicui risarcimenti danni e al pagamento degli scatti di anzianità e delle mensilità estive, nonostante un orientamento negativo della Cassazione, peraltro non granitico, visti i dubbi espressi dalla Consulta".

La lotta contro la precarietà del sindacato non si ferma. Sono numerosi i nuovi ricorsi che Anief ha in cantiere in questi giorni: per tutelare il diritto all'immissione in ruolo di tutti i docenti vincitori del concorso a cattedra (considerato che uno su tre è rimasto al palo), per il diritto al riconoscimento dell'abilitazione acquisita da tutti gli idonei inseriti nelle graduatorie di merito, per il diritto all'inserimento nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti abilitati con il TFA ordinario o con il prossimo PAS speciale.

Dopo le sentenza sul trasferimento a pettine, una nuova pagina storica di diritto scolastico e accesso a P.A. scritta dal giovane sindacato.

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