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giovedì 12 dicembre 2013

MADE IN ITALY: COLDIRETTI, 2,5 MLD EXPORT A RISCHIO DA ETICHETTA SEMAFORO IN UK


Dai salumi al Parmigiano Reggiano fino all'olio di oliva sotto accusa

 

Il semaforo in etichetta varato dagli inglesi mette ingiustamente a rischio circa 2,5 miliardi di export di prodotti made in Italy, dai formaggi ai salumi, fino all'olio d'oliva. E' quanto denuncia la Coldiretti in riferimento al nuovo sistema di etichettatura nutrizionale adottato dal Regno Unito, con i bollini rosso, giallo o verde ad indicare il contenuto di nutrienti critici per la salute. Una scelta dettata dalla volontà di diminuire il consumo di grassi, sali e zuccheri ma che – sottolinea Coldiretti -, non basandosi sulle quantità effettivamente consumate ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti come l'olio extravergine d'oliva e promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale. Il semaforo rosso penalizza, infatti, la presenza di materia grassa superiore a 17,5 grammi, quello giallo tra 17,5 grammi e 3 grammi e il verde fino a 3 grammi. Una scelta che è già stata adottata in molti supermercati e che, pur non essendo legge – rileva Coldiretti – mette ora in pericolo alcuni settori cardine dell'export made in Italy in Gran Bretagna. A rischio ci sono, secondo un'elaborazione Coldiretti su dati Istat relativi al commercio estero, i salumi e le preparazioni di carni, i formaggi, compresi il Grana Padano o il Parmigiano Reggiano, l'olio d'oliva, oltre ai dolciumi ma l'ingiusta bocciatura delle eccellenze tricolori minaccia l'intero trend di consumo nel Regno Unito del cibo Made in Italy, che nei primi nove mesi del 2013 ha fatto segnare un aumento del 6 per cento. Non  a caso l'Italia e altri paesi europei hanno messo in rilievo come il sistema del semaforo avrà un impatto negativo sul commercio, con la possibile presenza  di barriere tra Stati membri, e quindi una violazione all'articolo 34 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea, senza dimenticare l'irregolarità di inserire la presenza di un claim sulla nutrizione di tipo "non benefico". 

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