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lunedì 20 gennaio 2014

La liberta' di parola per gli animalisti? Far tacere gli altri.

Alcuni casi che dimostrano, negli anni, che il fondamentalismo non si evolve, tutt'al piu' si aggrava.


Recentissimamente Michela Kuan della LAV, a pochi giorni dal Convegno sulla sperimentazione animale al Senato che la vedeva tra i relatori, ha dato forfait dicendo che il Convegno "non vedeva un numero uguale di relatori da una parte e dall'altra" e lamentando "una mancanza di liberta' di parola nel nostro Paese che nel 2014 non mi aspettavo".

Gia' questo e' perlomeno singolare, considerando che a sostenerlo e', su Rai Radio 3, la rappresentante di un'associazione che va in Tv e sui giornali un giorno si' e l'altro anche ed occupa "Circa 23.800 risultati (0,22 secondi)" su Google News…

Solo poco piu' di un anno prima, in occasione di un seminario sugli animali esotici presso l'Università di Pisa, la LAV fece pressione sul rettore e sul preside della facolta' di veterinaria, lamentando che tra i relatori vi fossero "medici veterinari liberi professionisti, fino a qualche settimana fa nel Comitato Scientifico di Federfauna (…), un veterinario di zoo (…) e la stessa Federfauna (…) assieme al non casuale non invito ad alcuna associazione animalista".
 
In quel caso il Seminario salto' e venne ripresentato successivamente senza la partecipazione di FederFauna.

Nel caso piu' recente, invece, Brambilla & Company hanno organizzato in fretta e furia il loro Convegno alla Camera dei Deputati, per il giorno prima di quello del Senato, senza invitare nessun rappresentante di quel 97% circa di scienziati che ritengono la sperimentazione animale ad oggi ancora insostituibile. E' stato preventivamente "censurato" perfino un biotecnologo presente tra il pubblico: e' stato prima invitato ad uscire da un ispettore di polizia, schedato e caldamente invitato "non fare domande, non alzare nemmeno la mano o farsi notare o c'era il rischio di finire veramente nei pasticci".

E' evidente che gli animalisti mentano spudoratamente anche quando dicono di "credere profondamente nel confronto" e vogliano, invece, unicamente imporre il loro credo!... Con qualsiasi mezzo!...

Certo,  non ha affisso la LAV i manifesti contro i ricercatori a Milano, con nomi, cognomi, indirizzi e appellativi come "Vivisettore assassino di animali" o "boia": l'azione e' stata rivendicata da un'altra sigla animalista…

La LAV, a fine 2011, ha diffuso un comunicato, a firma del suo presidente Gianluca Felicetti, contro dieci veterinari, con tanto di nomi, cognomi e citta' in cui lavoravano, rei (secondo lui) di essere "consulenti di un'associazione di categoria come Federfauna, protagonista di tante battaglie contro gli animalisti".

Scrisse Felicetti: "le stesse mani che curano i cani, i gatti, le tartarughe (e non solo) di casa, sono poi le stesse che scrivono e che operano a sostegno di categorie che gli animali li tengono per legittimi, oggi, interessi economici o li uccidono (...)  La prossima volta che avremo bisogno di un medico veterinario, lo ricorderemo. E lo faremo sapere."
 
Alcuni di quei veterinari si spaventarono cosi' tanto che chiesero la rimozione del loro nome dal sito della Confederazione Sindacale.

Dove sarebbe quindi questa evoluzione di cui gli animalisti si definiscono esempio?! Il fondamentalismo non si evolve, tutt'al piu' si aggrava!...

Massimiliano Filippi
Segretario Generale FederFauna

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