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venerdì 28 marzo 2014

Calano anche i prezzi agricoli, -11,5% i vegetali tra maltempo e crollo dei consumi

La Cia commenta i dati Istat: male anche le quotazioni sul campo del vino, delle uova e della carne suina. Ma insieme ai costi di produzione alti, la riduzione dei listini all’origine non fa che erodere i redditi agricoli. Servono provvedimenti che aiutino la competitività, riducano gli oneri e rafforzino la trasparenza della filiera.

 

Nel mese di febbraio non calano solo le quotazioni dei prodotti industriali. Anche i prodotti agricoli subiscono un crollo deciso dei prezzi all’origine, segnando quota -5,6 per cento su base annua. Ma è soprattutto l’insieme delle coltivazioni vegetali a registrare la performance peggiore (-11,5 per cento), riconducibile da un lato alla flessione dei consumi interni e dall’altro alle “bizze” del clima con intere produzioni in campo aperto rovinate, tra sbalzi di temperatura, piogge violente e allagamenti estesi. E’ quanto afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi oggi dall’Istat.

Nel dettaglio, analizzando l’indice dei prezzi agricoli elaborato dall’Ismea, a febbraio i maggiori ribassi tendenziali si riscontrano per i cereali e la frutta (entrambi -13 per cento), ma anche per il vino (-18,8 per cento), l’olio d’oliva (-10,5 per cento) e gli ortaggi (-8,4 per cento) -ricorda la Cia-. Scendono di netto anche i prezzi all’origine delle uova (-8 per cento) e di carne suina e salumi (-5 per cento).

Ma il calo dei prezzi praticati sul campo, assieme agli alti costi di produzione, non fa che erodere i margini di redditività delle imprese agricole -sottolinea la Cia-. Per questo è necessario che il governo intervenga con provvedimenti che riducano oneri, aiutino la competitività e rafforzino la filiera e la trasparenza dei vari passaggi.    

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