ISTAT: IN 2013 CROLLO CONSUMI FAMIGLIE, ALIMENTARI -3,1%
CODACONS: IN UN SOLO ANNO BRUCIATI OLTRE 21,6 MILIARDI DI EURO
SOLO PER GLI ALIMENTARI SPESI 3,6 MILIARDI DI EURO IN MENO RISPETTO AL 2012
I dati sui consumi delle famiglie nel 2013 diffusi oggi dall’Istat rappresentano una vera e propria Caporetto e confermano gli allarmi lanciati a più riprese dal Codacons. Lo afferma l’associazione dei consumatori, che aveva previsto il dato negativo comunicato oggi dall’Istat.
“Il 2013 è stato senza più alcun dubbio l’anno nero per i consumi italiani – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Una diminuzione del 2,6% significa che le famiglie hanno speso la bellezza di 21,6 miliardi di euro in meno rispetto al 2012. Disastrosi poi i dati sui consumi alimentari, calati del 3,1%, perché dimostrano che gli italiani sono stati costretti a tagliare anche le spese primarie, riducendo gli acquisti in tale settore per oltre 3,6 miliardi di euro”.
“Questi dati dettano le priorità del Governo Renzi e impongono al nuovo esecutivo di adottare subito misure urgenti per aumentare il potere d’acquisto dei cittadini e rilanciare i consumi - prosegue Rienzi – In caso contrario il 2014 farà segnare un ulteriore calo dei consumi stimabile al momento in un -0,8% e conseguenze disastrose per le imprese e per l’occupazione”.
ISTAT: NEL 2013 PIL -1,9%, DEBITO 132,6%
CODACONS: I CONTI PEGGIORANO FINO A CHE SI PENSA AL DEBITO E NON AL PIL
GOVERNO CAMBI COMPOSIZIONE DELLE TASSE ABBASSANDO QUELLE CHE NON RISPETTANO L'ART. 53 DELLA COSTITUZIONE
Secondo i dati resi noti oggi dall'Istat, nel 2013 il Pil è diminuito dell'1,9%, mentre il rapporto debito-Pil ha raggiunto il record del 132,6%.
Per il Codacons i dati sono due facce della stessa medaglia, sono l'uno la diretta conseguenza dell'altro. Fino a che i Governi pensano solo a ridurre il debito aumentando le tasse, il Pil non può che crollare ed il rapporto debito-Pil peggiorare.
Per questo l'associazione di consumatori invita il Governo Renzi a concentrarsi sul denominatore del rapporto debito-Pil piuttosto che, come hanno fatto Monti e Letta, sul numeratore, altrimenti il paese non uscirà più da questa recessione. Ecco perché l'aumento della Tasi è un pessimo inizio.
Per l'associazione, considerati i tempi lunghi per ridurre la spesa e combattere l'evasione, l'unica possibilità immediata che ha il Governo per far uscire il paese dalla recessione è cambiare la composizione delle entrate, abbassando drasticamente le tasse che non rispettano l'art. 53 della Costituzione e alzando le altre, abbassando ad es. l'Iva, le accise sui carburanti, le tasse su luce e gas e alzando l'aliquota massima Irpef, quella sulle rendite finanziarie e l'Imu per chi ha più di 3 case.
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