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lunedì 24 marzo 2014

Etichettatura carni: consumatori e produttori meritano la trasparenza

   L’etichettatura d’origine delle carni anche trasformate non può essere un’optional. Deve, invece, essere un obbligo per consentire ai consumatori di scegliere in modo consapevole e agli allevatori di difendere e valorizzare le loro produzioni di qualità. Lo sostiene la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito alle dichiarazioni del commissario Ue alla Salute Tonio Borg.

            La trasparenza, quindi, è una scelta che non ha alternative. Del resto, anche per quanto riguarda i problemi operativi e gli adeguamenti della catena alimentare -sottolinea la Cia- non pensiamo che, ad esempio, etichettare un prosciutto crudo o cotto comporti grandi maggiorazioni di costo. Oltretutto, basta considerare che proprio tre prosciutti su quattro sono stranieri e il consumatore non ne è a conoscenza, in quanto l’origine non è assolutamente evidenziata in etichetta, salvo per le Dop.

            Ecco perché, come indicato anche dal Parlamento europeo, bisogna arrivare -conclude la Cia- all’etichettatura d’origine di tutte le carni sia fresche che trasformate.

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