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lunedì 3 marzo 2014
Roma Capitale e arsenico nell'acqua. Un nauseante scarico di responsabilita'. La 'Grande monnezza'
Roma, 3 Marzo 2014. Il caso dell'arsenico nell'acqua di rubinetto, in alcune zone di Roma Capitale, e' emblematico dell'incapacita' di governare un territorio da parte dell'attuale, e precedente, classe politica e delle sottostanti strutture organizzative. L'ordinanza sindacale che vieta l'uso potabile dell'acqua e' del 21 febbraio scorso. Ne abbiamo avuto notizia ieri. A che serve un ufficio comunicazione di Roma Capitale composto da ben 30 persone se non sa essere tempestivo nella comunicazione? L'ordinanza ha seguito i tempi tecnici, dicono a Roma Capitale. Si', certo ma la comunicazione dovrebbe seguire tempi diversi visto che siamo nell'era di Internet, oltre a quella televisiva e radiofonica. L'acquedotto in questione e' dell'Arsial, l'ente regionale di sviluppo agricolo, che si giustifica dicendo che sono anni che invia bollette con scritto "acqua non potabile". Gia', ma la bolletta si paga egualmente e poi quali misure sono state predisposte, nel corso degli anni, pe
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superare tale situazione? A proposito, abbiamo provato a telefonare al numero verde dell'Arsial. Non risponde. Sul sito Internet non abbiamo trovato notizie. Ora, interverranno le autobotti. Scene da dopoguerra. Oltre all'arsenico c'e' anche l'inquinamento batteriologico. Terzo mondo.
Ci consoliamo con l'Oscar al film de "La grande bellezza". Il particolare e' che i cittadini romani vivono ne "La grande monnezza".
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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