Pagine

venerdì 27 giugno 2014

Un'Italia vista con "Occhi di Ghiaccio" nel romanzo d'esordio di Ivo Roata

Un poliziesco dalle tinte oscure ambientato in una Padova avvolta dalla nebbia, come simbolo della corruzione.


Un nord-est inedito quello delineato da Ivo Roata nel suo romanzo d'esordio "Occhi diGhiaccio" (Youcanprint, 2013). L'autore, infatti, attraverso l'espediente dell'indagine poliziesca riesce a ricostruire un quadro completo della condizione post crisi (siamo nel 2008) in cui versa quella conosciuta come una delle aree più ricche del paese.

Tra politici collusi, imprenditori di dubbia onestà e affaristi al soldo dei boss, si muove ovviamente indisturbato, da più di vent'anni, un serial killer freddo ed implacabile. Come un "Jack lo squartatore" moderno, anche il protagonista del romanzo "Occhi di Ghiaccio" è il frutto di una società in totale declino.


Non si sa se uccide per denaro o per pura follia, ma è talmente sottile ormai la linea di demarcazione tra l'uno e l'altra, sembra voler dire l'autore, che non c'è più tanta possibilità di scelta.

"La vita? Che vita? In mezzo a gente che mi odia e disprezza e che io odio e disprezzo", dichiarerà il misterioso serial killer, una volta difronte all'unico uomo capace di placare il suo delirio: un commissario non più giovane ma di grande esperienza; uno di quegli uomini che tutti i giorni decide volontariamente da che parte stare.


La sua indagine sul killer dagli "Occhi di Ghiaccio" si trasformerà in dilemma morale, nell'eterna lotta fra bene e male. Anche se non mancano quegli elementi tipici del poliziesco all'americana che assumono una nota ancora più curiosa perché riproposti in salsa padovana.   

Nessun commento:

Posta un commento