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giovedì 30 ottobre 2014

Beni di famiglia, al sicuro con un semplice atto dal notaio di Milano

Anche in Lombardia, come nel resto d’Italia, tantissime famiglie ricorrono a fondi patrimoniali per proteggere immobili, veicoli e denaro da eventuali richieste di creditori. Costituire un fondo familiare efficace dal notaio è facile: basta stipulare con il proprio studio notarile di Milano o della città in cui si vive un atto che permetta di separare i beni destinati al fondo da quelli del patrimonio generale, proteggendoli automaticamente dall’azione di eventuali creditori.

La natura del fondo, regolata dagli art. 167 e seguenti del Codice Civile dopo la riforma del diritto familiare, permette di riservare alcuni beni di proprietà dei coniugi per gli interessi dei membri del nucleo famigliare, dai figli ai genitori della coppia. Facciamo l’esempio di una famiglia che voglia proteggere la prima abitazione per il futuro dei figli: basterà recarsi da un notaio di Milano specializzato in gestione di atti immobiliari e patrimoni familiari per siglare un atto ufficiale a protezione della casa. 

Con questa azione del notaio sulla prima casa, il patrimonio risulterà separato da quello principale, mentre la proprietà dei beni rimarrà quella originale. La separazione sarà attiva solo nel caso di richieste di rivalsa da creditori, che non potranno far valere diritti sui beni inclusi nel suddetto fondo.

In definitiva, analizzando anche i dati sull’utilizzo di questo tipo di fondo patrimoniale, si evince come l’obiettivo primario di quasi tutti gli stipulanti sia quello di evitare di escludere certi beni in caso di debiti da restituire, senza reali intenzioni di proteggere i beni di famiglia. La legge italiana prevede anche questo tipo di casi, permettendo in alcuni casi la revoca del fondo in caso il debito sia stato contratto prima della stipula del fondo stesso.


Ancora peggiore la situazione dei soggetti che si rivolgono ad uno studio notarile per creare un fondo con l’intento di sfuggire ad obblighi giudiziari: in questo caso si può finire in guai seri, con multe anche oltre i 1.000 euro e possibilità di 3 anni di reclusione, come imposto dall’art.388 del Codice Penale.

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