Questo libro propone un percorso critico-analitico attraverso alcuni romanzi più o meno direttamente appartenenti alla narrativa sulla Resistenza. Nella prima parte sono presentati De profundis di Satta, L'Agnese va a morire della Viganò, I piccoli maestri di Meneghello e L'ora del ritorno di Tassinari. La seconda parte è dedicata alla scrittura di Renato Romagnoli, partigiano gappista bolognese. La riflessione sul rapporto tra individuo e società, tra l'azione individuale e i fatti storici emerge pressante dagli scritti degli autori presi in esame. I loro romanzi mettono in evidenza il rapporto fra esperienza diretta, memoria e scrittura. Con stili e caratteristiche del tutto peculiari e perciò differenti, ci restituiscono l'esperienza resistenziale e ciò che ha significato per chi l'ha vissuta, a partire dalla messa in discussione del potere e dell'autorità e, più in generale, della politica, ripensata e partecipata direttamente. L'Autore sottolinea il carattere altamente formativo della Resistenza, in quanto processo storico-politico popolare e di massa. La letteratura resistenziale perciò possiede sempre una carica civile, che invita i cittadini a prendere parte attivamente, con le proprie idee e azioni, alla gestione della vita collettiva.
Andrea Gaetangelo Grassia, nato a Termoli (CB) nel 1988, dopo aver conseguito la laurea triennale a Urbino, si è laureato in lettere all'Università di Bologna con una tesi dal titolo: "Percorsi tematici e letterari tra narrativa e memorialistica della Resistenza". Vive e lavora a Bologna. Ha inoltre svolto un tirocinio formativo per la valorizzazione dell'Archivio Storico del Canzoniere delle Lame di Bologna.
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Invito a partecipare al settimo convivio dedicato a Ivan Illich (raccolta adesioni e proposte)
Bologna sabato 29 novembre (pomeriggio, aperitivo cena conviviale e sera) – domenica 30 novembre 2014 (mattina)
Come ogni anno (tranne due anni fa quando ho partecipato al convivio organizzato a Lucca da Aldo Zanchetta per il decennale della sua scomparsa) mi appresto a riflettere su come organizzare il prossimo incontro dedicato a Ivan Illich (Vienna, 4 settembre 1926 – Brema, 2 dicembre 2002), ormai giunto alla sua ottava edizione.
La modalità dell'incontro: mi sono chiesto se era preferibile invitare dei pensatori, più o meno noti, che hanno attinto al pensiero di Ivan Illich e prevedere quindi un pubblico di persone incuriosite dalla notorietà dei conferenzieri, oppure se era meglio mettere al centro delle priorità l'incontro stesso fra le persone motivate ad esserci, alimentando quindi la modalità conviviale in maniera più congruente ai discorsi che emergeranno. Devo dire che prediligo il convivio al convegno accademico o la festa agli eventi spettacolari in genere.
I contenuti possibili: vi invito quindi a elaborare un intervento breve, che parta dalla vostra scelta personale di una lettura di frammenti di testi di Ivan Illich (qualche cartella, per una durata massima di 5/10 minuti), che prosegua con una vostra interpretazione e attualizzazione, filtrando cioè questo testo da voi scelto alla luce delle vostre concrete esperienze personali o dei vostri studi, con un vostro discorso, un commento (per una durata massima di altri 5/10 minuti). Quindi lascerei lo spazio di una buona mezzora ad una tavola rotonda, agli interventi liberi di tutti i partecipanti (brevi anche questi, al massimo di 5 minuti ciascuno). Sarebbe importante dare anche un titolo essenziale al vostro intervento.
Un tema specifico: cercherei di dedicare una parte dell'incontro a un tema specifico da approfondire collettivamente e sto pensando alla rilevanza del pensiero di Ivan Illich in relazione ai movimenti, in particolare quello messicano. Saremo aiutati in questo da Aldo Zanchetta.
Il luogo: ho già avuto la disponibilità dell'Associazione Orlando di Bologna, che ci ospiterà molto volentieri presso il Centro di Documentazione delle Donne di Bologna, dove avevamo già fatto anni fa un'edizione del convivio. Inoltre mi ha già confermato la sua presenza attiva Raffaella Lamberti.
Tuttavia non escludo altre modalità. E' per questo che forse il convivio si potrebbe articolare in momenti diversi e se avete suggerimenti su conferenzieri ed esperti da invitare ditemi pure, cercherò di fare il possibile per contattarli per tempo, ma questo che vi ho descritto sopra è in realtà ciò che più mi sta a cuore, è a mio avviso il cuore del convivio. Mi interessa di più e prima la partecipazione attiva di singolarità con esperienze concrete e vissuti e con una competenza comune, che non quella dei grandi esperti teorico-accademici.
Penso inoltre che ognuno è esperto in qualcosa. Non mi interessa un approccio fondamentalista agli scritti di Ivan Illich, come se fossero dei testi sacri, ma piuttosto uno studio del pensiero di Ivan Illich in quanto precursore illuminato della comprensione del mondo contemporaneo e degli attuali meccanismi di sfruttamento e di oppressione delle istituzioni e dell'uomo sull'uomo, che portano sempre più gli individui, le folle e le masse a indignarsi nelle piazze, senza alcuna strategia collettiva ideologica pre-esistente, che fanno nascere e crescere nuovi movimenti culturali, sociali e politici di liberazione e di cambiamento. Prediligo un approccio trasversale al pensiero di Ivan Illich che può spaziare in ambiti diversi di analisi istituzionale ma anche di interesse storico o esistenziale.
Naturalmente potete estendere l'invito a chi ritenete possa essere interessato e interessante, fatemi sapere appena potete se ci sarete e con quali proposte.
Un saluto e un abbraccio, Salvatore Panu, 340-8964948
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