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martedì 2 dicembre 2014

ANIFA: L’ANTICO MESTIERE DELL’ONORANZA FUNEBRE

 

LETTERA APERTA

(Bottiglietta lanciata nel mare telematico)

 

 

L'ANTICO MESTIERE DELL'ONORANZA FUNEBRE

 

La prestazione del servizio deve essere valutata nel suo complesso e non ci si può permettere di ignorare l'aspetto umanitario dell'attività rivolta alla famiglia dolente che ha il morto in casa ed e' moralmente incapace di provvedere al trattamento del cadavere e a tutte le incombenze non solo formali delle onoranze funebri, ma anche amministrative connesse al decesso e che vengono demandate all'impresa funebre:

1) Assistenza morale e psicologica dei familiari che chiedono aiuto e devono essere assistiti nell'organizzazione della cerimonia funebre, decidere quando espletare la cerimonia, se la cerimonia è religiosa contattare la Parrocchia di riferimento, avvisare il Parroco, aiutarlo negli spostamenti per consentirgli di visitare la famiglia, organizzare gli spostamenti il giorno del funerale e a secondo delle usanze del posto prevedere o meno eventuale processione, se è cosa gradita dalla famiglia adoperarsi per inserire la musica nella cerimonia funebre. Verificare se la famiglia possiede un loculo presso il cimitero di residenza, assistere la famiglia nella scelta del loculo. Tutte queste attività che ad un occhio superficiale possono sembrare banali sono il cuore dell'attività dell'imprenditore funebre, perché sono tutte volte a sollevare la famiglia dalle infinite incombenze che il lutto impone in modo da permettere ai familiari di fare l'unica cosa che a loro interessa in quelle ore, piangere il proprio caro e prepararsi psicologicamente all'ultimo saluto.

2) Provvedere a tutte le incombenze relative al disbrigo pratiche e di conseguenza entrare in contatto con il medico curante e il medico necroscopo seguire l'iter ed evitare intoppi che causerebbero ritardi nella fissazione della data del funerale gradita alla famiglia;

3) Aiutare la famiglia nella redazione del manifesto di annuncio, se richiesto inserire foto nel manifesto, se necessario ritoccare foto, stampare e affiggere manifesti nei luoghi indicati dalla famiglia, redigere e stampare se richiesto ricordino lutto del defunto.

4) Assistere la famiglia nella scelta degli accessori quali vestiti del defunto, scegliere quale imbottitura interna alla salma sia di miglior gradimento, tenuto conto anche della scelta dei vestiti, scegliere gli oggetti di ornamento nel caso anche religiosi

5) Assistere la famiglia nella scelta del cofano funebre, in questa fase la famiglia spesso delega la scelta all'imprenditore il quale deve essere capace di aiutare la famiglia anche tenendo conto delle disponibilità economiche, far scegliere qualcosa che sia di gradimento non è una cosa banale perché i familiari passato il tempo dello shock del lutto sapranno apprezzare la capacità dell'imprenditore nell'aver saputo assisterli in un momento in cui non erano in grado di fare scelte molto ponderate.

6) Allestimento del cofano funebre che deve essere sistemato con l'aggiunta della cassa di zinco, della valvola salva zinco, deve essere integrato da piedi per l'appoggio, deve essere ornato dall'imbottitura e da altri eventuali oggetti richiesti dalla famiglia

7) Composizione e vestizione della salma, attività di una delicatezza infinita che impone una preparazione professionale ed una manualità non banali;

8) Assistere la famiglia nella scelta della camera ardente da allestire nell'abitazione o eventualmente nella camera mortuaria dell'Ospedale nel quale è deceduto, scelta ancora una volta non banale perché rendere gradevole il luogo in cui si dovrà piangere il proprio caro fino all'ultimo saluto è un servizio molto apprezzato;

9) Allestire la camera ardente scelta dalla famiglia e comporre la salma nel cofano;

10) Aiutare la famiglia nella scelta dei fiori, sia nel tipo di fiori sia nel colore dei fiori e sia nel tipo di composizione da fare, per molte famiglie e per molte culture la scelta dei fiori non è banale, l'artigiano funebre può produrre direttamente la composizione o delegare ad altro soggetto, in ogni caso è delegato al suo trasporto e all'esposizione durante la cerimonia;

11) Nelle 24 ore successive al decesso prima dell'accertamento di morte, deve vigilare sulle condizioni della salma, nei periodi estivi in cui la temperatura è più elevata garantire la giusta ventilazione e se il caso lo ritiene necessario allertare il medico necroscopo per effettuare l'accertamento di morte in anticipo rispetto ai tempi ordinari come legge prescrive;

12) Sigillare il feretro, nel caso di tumulazione in loculo la sigillatura verrà fatta anche con la cassa di zinco;

13) Il giorno della cerimonia funebre subentra l'attività di trasporto, a spalla dall'abitazione o dalla camera mortuaria al carro funebre, a spalla dal carro funebre al luogo della cerimonia, processione funebre a spalla se richiesta dalla famiglia.

14) Deposito manuale del feretro nel loculo.

 

L'attività di onoranze funebri artigiana è composta da una serie di servizi tutti volti a sollevare la famiglia dolente e permettergli di vivere l'ultimo saluto in condizioni civili e serene, alcune sono direttamente manuali altre sono meno materiali ma altrettanto importanti ed altrettanto artigianali perché rivolte alla famiglia dolente che le richiede e ne ha bisogno, l'aspetto puramente commerciale è del tutto marginale. La famiglia dolente paga il corrispettivo per la prestazioni di servizio resa dall'artigiano, la famiglia vuole la prestazione di servizi nella quale può rientrare anche l'acquisto di oggetti costosi comunque accessori al servizio.

 

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Quando si parla di Onoranza Funebre si deve sempre partire dal fatto che la sua ragion d'essere è legata all'esistenza di una domanda del mercato precisa e chiara: "sollevare la famiglia dolente da tutte le incombenze relative al lutto subito".

Sappiamo che in molte parti d'Italia le famiglie dolenti purtroppo si sognano una onoranza funebre così fatta, nell'Italia dei Centri Servizi, nell'Italia degli appalti dei servizi cimiteriali e degli obitori, la famiglia dolente è vittima di mercati distorti e mortificati; dietro il paravento del low-cost vi è la rinuncia alla dignità del dolore, alla dignità dell'ultimo saluto, vi è la rinuncia alla civiltà.

Si vuol far credere che la famiglia dolente possa solo scegliere tra essere spennata per ottenere qualche straccio di servizio o ricorre a servizi in saldo squallidi ed irrispettosi del lutto, nessuno la informa che in mezzo c'è l'Onoranza Funebre Artigiana e il libero mercato concorrenziale.

Come può una normativa sulla disciplina dell'attività funeraria ignorare la natura artigiana di questo antico mestiere, come può il legislatore ignorare le esigenze reali delle famiglie dolenti.

Il DDL 1611con una superficialità sconcertante vorrebbe introdurre una qualifica professionale senza avere idea della reale natura dell'attività funebre, si ripete a pappagallo le solite stronzate che leggiamo nelle leggi regionali: la sede; il mezzo per il trasporto funebre; il "direttore tecnico"; personale fisso determinato per legge; ecc.

La figura del "direttore tecnico" nella realtà non esiste o meglio esiste solo nelle realtà dove si realizzano cartelli d'impresa per non parlare di racket, è una figura funzionale al "commercio di morti".

Le famiglie non cercano i freddi direttori tecnici, le famiglie cercano persone di fiducia a cui affidare la gestione di un evento importante e delicatissimo per la vita della famiglia, cercano persone di estrema fiducia che le assistano in momenti in cui non sono pienamente in grado di ponderare le proprie scelte.

L'habitat del mercato dell'onoranza funebre artigiana è gravemente inquinato da una politica amministrativa nel migliore dei casi miope e nel peggiore corrotta.

L'utilizzo sistematico della gestione dei servizi obitoriali e cimiteriali tramite le gare d'appalto è la principale causa delle distorsioni del mercato (cartelli d'imprese – racket funebre).

Gli amministratori pubblici sanno bene che questi servizi possono tranquillamente essere gestiti attraverso le dinamiche del mercato concorrenziale, adottando il principio liberale di sussidiarietà.

La concorrenza per l'aggiudicazione di un appalto e la concorrenza tra soggetti diversi operanti in un determinato mercato sono concetti ben diversi.

Per capirci meglio facciamo l'esempio del cimitero, se si deve delegare al privato la costruzione dei loculi l'unico modo per rispettare il principio della concorrenza è il ricorso ad una gara di appalto dove il soggetto che fa l'offerta migliore avrà la responsabilità della costruzione dell'opera.

Ma se il Comune vuole delegare la gestione dei servizi cimiteriali (tumulazione, inumazione, riduzione feretri, ecc.) deve rivolgersi al mercato esistente dell'onoranza funebre, non può ricorrere all'utilizzo dell'appalto perché così facendo occuperebbe illegittimamente lo spazio al mercato concorrenziale esistente, viene introdotto un monopolio inutile e dannoso.

I nostri amministratori salvo rarissime eccezioni ricorrono sempre all'appalto di servizio pur sapendo dalle cronache giudiziarie il rischio che questo comporta (Racket del caro estinto e cartelli d'impresa).

Una domanda a questo punto nasce spontanea: se è evidente che il malaffare è favorito dalla gestione in appalto di questi servizi perché si persevera? Perché non si ascoltano i consigli di un'associazione come l'ANIFA che offre soluzioni diverse a tutela del cittadino dolente e del cittadino imprenditore?

Il DDL 1611 con una candida ingenuità ignora totalmente queste problematiche anzi le ratifica per legge (art.4 com.4)

Il settore funebre italiano è caratterizzato da una numerosità significativa di imprese, la numerosità deriva dalla specificità del mercato, dalla sua natura, è determinata dalla qualità della domanda (famiglie dolenti che cercano aiuto) a cui non si può rispondere con un servizio standardizzato o industrializzato ed evidentemente disumanizzato.

Il numero degli operatori è drasticamente minore e il volume d'affari è notevolmente sopra la media solo nelle realtà dove si è potuto creare cartelli d'imprese o racket.

Il problema della polverizzazione delle imprese è una realtà che non neghiamo, certamente negativa, sintomo dell'esistenza di qualcosa che distorce il mercato.

La polverizzazione delle imprese è l'effetto dell'operare dei "Centri Servizi" e della pratica sistematica dell'affitto di manodopera, fattispecie illegale che dovrebbe essere aggredita dall'attività ispettiva delle DPL e dell'INPS che per ora, non si sa perché, non si muovono.

Già oggi senza l'intervento di una nuova legge ma solo facendo rispettare la normativa vigente in tema di lavoro e sicurezza del lavoro si potrebbe drasticamente attenuare la polverizzazione della categoria, espellendo gli speculatori e tutelando e favorendo la strutturazione gli artigiani virtuosi.

Il DDL 1611, seppur nella sostanza va nella direzione sbagliata, contiene l'enunciazione di principi ed obiettivi che certamente devono essere condivisi: legalità, concorrenza, qualità professionale.

Credendo nella buona fede del relatore auspichiamo che il DDL 1611 con il nostro apporto possa essere indirizzato nella strada giusta, ci offriamo quindi a fornire il nostro umile contributo nella consapevolezza della serietà della materia e delle ricadute sul cittadino dolente, sul cittadino imprenditore e sul grado di civiltà del nostro povero paese.

 


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