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giovedì 4 dicembre 2014

El Rincon de Goya - Taberna spagnola


El Rincon de Goya
Taverna spagnola




  Un angolo di Spagna, nell’Oasi Felice di Via Campana, al confine tra Pozzuoli e Quarto. Una caratteristica trattoria catalana dal nome altisonante, El Rincon de Goya (l’angolo di Josè Francisco Goya).
    La Taberna y tapas come la definiscono i proprietari, Ciro Esposito e Antonio Tresa che funge anche da anfitrione accogliendo tra i tavoli gli estimatori proponendo la vasta scelta di leccornie preparate da valenti chef nella moderna cucina a vista.
    Come benvenuto, l’immancabile sangria, in uso tra i contadini portoghesi, i quali denominarono la bevanda dal colore rosso sangue, sangria a base di vini, spumante, spezie, frutta e acqua di seltz.
    L’arte culinaria spagnola per molti versi simile alla napoletana si avvale di prodotti di mare e di montagna, semplice e genuina e la Fondazione Català de la Cuina si sta adoperando per ottenere il riconoscimento della cucina catalana come Patrimonio Unesco 2014.
   Il ristorante, aperto da qualche giorno ha voluto invitare un folto gruppo di giornalisti enogastronomici per far conoscere l’impegno e la volontà di due giovani imprenditori in un momento non certo favorevole per il ristoro fuori casa.
   Le varie portate dal bocaditos al Pierde tiempo, patatas a la brava, tortilla de patata; fiambre misto, pulpo a la galera, jamon iberico Pata Negra alla paella riso pesce e carne e per finire postre de la casa (dolci della casa) sono andate a ruba. Il tutto accompagnato dal vino Sangre de Toro.
   In Spagna – spiega Tresa - si contano almeno cento ricette diverse di Paella, le più richieste sono di  riso e frutti mare e di verdure e carne.
    L’ambiente con pareti tappezzate con scritte e simboli della penisola iberica e sul menù l’immagine del Goya, pittore della maya desnuda e maya vestida, vanto della catalogna per creare l’atmosfera con passi di flamenco il giorno dell’inaugurazione.
    Ciro Esposito, napoletano da tre generazioni, trasferitosi giovanissimo a Madrid, trovò lavoro presso “TelePaella”, ristorante turistico dove le Paelle erano sfornate come le pizze a Napoli; il secondo lavoro lo trovò presso la “Paella reale” locale frequentato dalla famiglia reale spagnola.
    Con la meva dona (moglie) spagnola, Conchita il ritorno in patria dove ha deciso di mettere a frutto la sua esperienza, coadiuvato dal suocero don Juan che ha eseguito gli affreschi nella sala.



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