El Rincon de Goya
Taverna spagnola
Un angolo di Spagna,
nell’Oasi Felice di Via Campana, al confine tra Pozzuoli e Quarto. Una
caratteristica trattoria catalana dal nome altisonante, El Rincon de Goya
(l’angolo di Josè Francisco Goya).
Come benvenuto,
l’immancabile sangria, in uso tra i contadini portoghesi, i quali denominarono
la bevanda dal colore rosso sangue, sangria a base di vini, spumante, spezie,
frutta e acqua di seltz.
L’arte culinaria
spagnola per molti versi simile alla napoletana si avvale di prodotti di mare e
di montagna, semplice e genuina e la Fondazione Català
de la Cuina si
sta adoperando per ottenere il riconoscimento della cucina catalana come
Patrimonio Unesco 2014.
Il ristorante,
aperto da qualche giorno ha voluto invitare un folto gruppo di giornalisti
enogastronomici per far conoscere l’impegno e la volontà di due giovani
imprenditori in un momento non certo favorevole per il ristoro fuori casa.
Le varie portate
dal bocaditos al Pierde tiempo, patatas a la brava, tortilla de patata; fiambre
misto, pulpo a la galera, jamon iberico Pata Negra alla paella riso pesce e
carne e per finire postre de la casa (dolci della casa) sono andate a ruba. Il
tutto accompagnato dal vino Sangre de Toro.
In Spagna – spiega
Tresa - si contano almeno cento ricette diverse di Paella, le più richieste
sono di riso e frutti mare e di verdure
e carne.
L’ambiente con
pareti tappezzate con scritte e simboli della penisola iberica e sul menù
l’immagine del Goya, pittore della maya desnuda e maya vestida, vanto della
catalogna per creare l’atmosfera con passi di flamenco il giorno
dell’inaugurazione.
Ciro Esposito,
napoletano da tre generazioni, trasferitosi giovanissimo a Madrid, trovò lavoro
presso “TelePaella”, ristorante turistico dove le Paelle erano sfornate come le
pizze a Napoli; il secondo lavoro lo trovò presso la “Paella reale” locale
frequentato dalla famiglia reale spagnola.
Con la meva dona
(moglie) spagnola, Conchita il ritorno in patria dove ha deciso di mettere a frutto
la sua esperienza, coadiuvato dal suocero don Juan che ha eseguito gli
affreschi nella sala.
Nessun commento:
Posta un commento