Le straordinarie immagini inviate dalla sonda europea in
orbita attorno
al corpo celeste 67P/Churyumov-Gerasimenko sono in parte frutto
della ricerca
del Cnr, che con il laboratorio Luxor di Padova ha contribuito
all’avanzata strumentazione ottica di bordo. La camera Wac
monitora getti di
gas e polvere sempre più intensi
‘Science’ dedica
oggi un numero
speciale del suo magazine ai risultati della missione della sonda
europea
Rosetta, impegnata per la prima volta nella storia nella
‘mappatura’ di una
cometa, la Churyumov Gerasimenko.
Tre articoli dello speciale
riportano i
risultati di OSIRIS, il sofisticato sistema di acquisizione di
immagini frutto
del consorzio di ricerca in cui il Laboratorio ‘Luxor’
dell'Istituto di
fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche
di Padova (Ifn-Cnr)
è coinvolto assieme agli altri partner italiani Università di
Padova, Istituto
nazionale di astrofisica e Centro interdipartimentale di studi e
attività
spaziali (Cisas).
“Il ruolo del Cnr ha
riguardato
in particolare la progettazione e i test della componentistica
ottica e lo sviluppo
della tecnologia della ‘Wide Angle Camera’ (WAC), la camera per
imaging ad alta
risoluzione e largo campo di vista installata su OSIRIS”, spiega
Vania Da
Deppo, ricercatrice del Cnr-Luxor. “Grazie alle immagini acquisite
dal sistema,
circa il 70% della superficie della cometa è stato mappato a una
risoluzione mai ottenuta finora ed è stato possibile ricostruire
la forma
tridimensionale del corpo celeste. Queste informazioni, accoppiate
a quelle
della restante strumentazione di bordo, hanno permesso di
determinare che la
densità della cometa è molto bassa (0.5 g/cm^3), pari a metà di
quella
dell'acqua. Inoltre la superficie della cometa ha una riflettività
molto bassa
(6%), ovvero se la vedessimo ad occhio nudo ci apparirebbe nera”.
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