La
particolare figura geometrica, un nastro che si richiude
su se stesso dopo una mezza torsione, dimostrata
sperimentalmente per la prima volta nella struttura
della luce da una collaborazione internazionale che vede
coinvolto l’Istituto Spin del Cnr. I risultati sono
pubblicati su Science.
Il nastro di
Möbius è una particolare e nota figura geometrica: un
nastro che si richiude su se stesso dopo una mezza
torsione, tanto da congiungere in modo continuo una faccia
con l’altra. In natura, la formazione spontanea di
strutture con questa forma è estremamente rara: del tutto
inattesa, quindi, era stata la previsione teorica, dieci
anni fa, che nella struttura elettromagnetica della luce
potessero celarsi piccoli nastri di Möbius. L’effettiva
esistenza di tali nastri nella struttura della luce è
stata ora dimostrata sperimentalmente per la prima volta
da parte di una collaborazione internazionale che vede
coinvolto l’Istituto Spin del Consiglio nazionale delle
ricerche (Cnr). I risultati sono stati appena pubblicati
online sulla rivista Science.
“Per meglio
comprendere tali strutture, bisogna partire dalla natura
di onda elettromagnetica della luce”, spiega Lorenzo
Marrucci di Spin-Cnr. “In un fascio luminoso ci sono un
campo elettrico e un campo magnetico che oscillano ad
altissima frequenza. Seguendo nel tempo l’oscillazione del
campo elettrico dell’onda, per esempio, si scopre che in
certe condizioni essa tende ad avvenire in una direzione
ben precisa nello spazio, che definisce la cosiddetta
polarizzazione della luce. La direzione di polarizzazione
non è però necessariamente uniforme, può variare da punto
a punto”.
Di solito
tali variazioni sono limitate e quindi non definiscono
strutture troppo complicate. “In opportune condizioni di
preparazione del fascio di luce, realizzabili mediante
l’utilizzo di una tecnologia innovativa sviluppata proprio
nel nostro gruppo di ricerca di Napoli, si può ottenere
invece un fascio di luce la cui direzione di
polarizzazione varia nello spazio in modo da descrivere un
nastro di Möbius, percorrendo un giro attorno all’asse del
fascio”, prosegue Marrucci. “Questo si verifica solo in
una regione di spazio molto piccola, dell’ordine di pochi
micrometri, in prossimità del punto focale del fascio. La
visualizzazione di tale complessa struttura
tridimensionale su scala nanometrica ha pertanto richiesto
una tecnologia anch’essa del tutto innovativa, sviluppata
solo l’anno scorso in Germania”.
La
collaborazione di ricerca, oltre a Lorenzo Marrucci e
Andrea Rubano di Cnr-Spin di Napoli, include anche Enrico
Santamato dell’Università di Napoli Federico II, un gruppo
canadese ed uno tedesco. Questo risultato potrà trovare
applicazione nella scrittura ottica di nano-strutture
complesse in materiali fotosensibili, mirata ad ottenere
materiali funzionali dalle proprietà innovative.
Roma, 27
febbraio 2015
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