Nell'UE, la vendita di prodotti di profumeria, per il trucco e per l'igiene personale contraffatti, quali prodotti solari e shampoo, comporta per i legittimi produttori, distributori e rivenditori una perdita di fatturato di 4,7 miliardi di EUR l'anno.
In termini percentuali, nell'UE a 28 la perdita è pari al 7,8% del totale delle vendite nel settore dei prodotti cosmetici e per l'igiene personale.
Il mancato introito si traduce in 50 000 posti di lavoro persi, dato che il settore ufficiale vende meno di quanto avrebbe venduto senza la contraffazione e quindi impiega un minor numero di lavoratori.
Sono queste le conclusioni di una nuova relazione pubblicata dall'Ufficio per l'Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI), la più grande agenzia per la proprietà intellettuale dell'Unione Europea, che ha condotto lo studio attraverso l'Osservatorio UE sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale.
La relazione, la prima di una serie di studi dedicati alla valutazione dell'impatto economico della contraffazione nell'economia dell'UE, ha inoltre concluso che se si tiene conto anche dell'effetto a catena sui fornitori, il mancato fatturato delle imprese dell'UE operanti nella legalità ammonta a 9,5 miliardi di EUR, che si traducono nella perdita di circa 80 000 posti di lavoro.
Inoltre, la contraffazione causa un mancato gettito pari a 1,7 miliardi di EUR dovuto all'evasione delle imposte sul reddito, dell'IVA e dei contributi sociali da parte dei produttori e rivenditori di prodotti contraffatti.
Il Presidente dell'UAMI, António Campinos, ha sottolineato: "Questa relazione è solo la prima di una serie destinata a mettere in luce l'impatto economico negativo della contraffazione e della pirateria sull'economia dell'UE. La nostra missione è fornire ai responsabili delle politiche dati affidabili, precisi e obiettivi sui quali basare il loro lavoro. Questa relazione, insieme agli altri studi che saranno pubblicati nei prossimi 18 mesi, intende assolvere proprio questa funzione".
In Italia, terzo produttore nell'UE di cosmetici e altri prodotti per l'igiene personale e tra i maggiori consumatori dell'Unione insieme alla Germania e al Regno Unito, la perdita annua del settore in termini di mancate vendite dirette è pari al 7,9% (oltre 624 milioni di EUR).
Lo studio sul settore dei prodotti cosmetici e per l'igiene personale sarà seguito, nei prossimi 18 mesi, da valutazioni analoghe che esamineranno altri 12 settori in cui si registrano notoriamente violazioni dei diritti di proprietà intellettuale: abbigliamento, calzature e accessori; medicinali; valigie e borse; giochi e giocattoli; computer; componenti automobilistici; orologeria e gioielleria.
L'UAMI è l'agenzia dell'UE incaricata della registrazione dei marchi, disegni e modelli comunitari. Nel 2012, le è stato affidato l'Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, che svolge una funzione di supporto alla tutela ed all'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale ed al contrasto delle relative violazioni.
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