I
dati Istat dei primi due mesi del 2015 certamente non sono indicativi, ma
sembra che in Italia il problema Lavoro rimane ancora una piaga. Una
contrapposizione che mette in risalto due elementi collegati al pianeta lavoro,
una quello dell’allungamento dell’età pensionabile e l’altro quello della
disoccupazione giovanile. La riforma del lavoro legata alla neonato Jobs Act doveva provocare una svolta nel
mercato del lavoro privato, ma ad oggi solo 79.000 le assunzioni fatte in gran
parte nel centro dell’Italia infatti sulla perdita del 70% dei posti dal 2008
al Sud e di 284.000 posti persi al Nord, il centro guadagna 48.000 posti di
lavoro. Il dato odierno Istat ci porta a capire come a Febbraio si sia
registrato un calo dell’occupazione su gennaio 2015 ed una impennata della
disoccupazione che arriva al 12,7 % e circa 23.000 persone che si aggiungono
all’esercito dei cerca lavoro. Sul dato Istat di Gennaio 2015 a Febbraio sono
44 mila a perdere il lavoro. Gli effetti sono nel breve periodo in contrasto del
dato annuale di + 93.000. Il dato preoccupante riguarda i giovani infatti la
disoccupazione giovanile vede un + 1,3 % sul mese di Gennaio 2015 rispetto a
fine Febbraio con un dato globale del 42,6% in pratica 34.000 giovani hanno
perso il lavoro. Un dato che si rileva è la perdita di lavoro sul dato mensile
di 42.000 unità per il sesso femminile. Il
tasso di inattività si mantiene stabile al 36%, contro il 36,4% di febbraio
2014. Su base annua gli inattivi diminuiscono dell’1,4% (-204
mila). Guardando i nostri concorrenti europei si registra ancora un lieve calo:
in febbraio, secondo l'ultimo dato diffuso oggi da Eurostat, il tasso è stato
pari all'11,3% nell'Eurozona (era l'11,4% in gennaio e l'11,8% nel febbraio
2014), al livello più basso dal maggio di 3 anni fa. I dati della Germania sono
significativi infatti perdono il lavoro in 5.000 in più rispetto ai 10.000
attesi. Il lavoro resta quindi una piaga sociale in Italia ed in parte anche
nell’Eurozona ma il problema reale è dovuto alle centinaia di migliaia di
piccole e medie imprese che hanno chiuso i battenti sotto la scure dell’austerità
e delle tasse selvagge,queste non potranno più assumere. Cosa succederà quando
passeranno i 36 mesi di bonus legati al Jobs Act questo non lo possiamo prevedere.
Intanto si è giustamente ed in maniera lungimirante pensato di allungare l’età
pensionabile ponendo i paletti a 42 anni di contributi e 67 anni di età. Ci
chiediamo se i giovani potranno accumulare tanti contributi se oggi alla soglia
dei 30 anni sono ancora disoccupati ?
Di Maurizio Cirignotta
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