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venerdì 1 maggio 2015

" Arriva la ripresa, tanti ci credono " Il Giorno 1 maggio 2015 - Assoedilizia

ACHILLE COLOMBO CLERICI

" Arriva la ripresa, tanti ci credono " Il Giorno 1 maggio 2015 - Assoedilizia


Da sempre l'economia italiana ha il suo asse portante nelle piccole e medie imprese: perciò, in questo periodo di aurora della ripresa, particolarmente interessante è sapere come la pensano i nostri piccolo-medi imprenditori . Ci ha pensato TIP Tamburi Investment Partner che ha affidato un sondaggio alla società specializzata Eumetra, con risultati sorprendenti. Li sintetizziamo. Regna l'ottimismo, oggi e per il prossimo anno, che va dal 63% di ottimismo per il Paese, all'83% per la propria azienda ( ma questo e' un classico). Un po' meno per l'occupazione, che comunque raggiunge il 52% dei pareri. Gli ostacoli alla ripresa? Burocrazia (90%), eccessiva fiscalità (70%), incertezza del diritto (50%) e corruzione (39%).

Alla ripresa contribuiscono maggiormente i fattori interni all'impresa (85%), cioè innovazione, export, capacità finanziaria, management, mentre il "made in Italy" influisce solo per il 54%. I fattori esterni quali cambio euro-dollaro, costo del petrolio, bassi tassi di interesse e riforme incidono meno dei fattori interni, 78%. Al primo posto fra gli elementi propulsori ci sono comunque gli incentivi fiscali (86%) che, relativamente utili per favorire il lavoro giovanile (46%), sono importanti non  solo per le attività all'interno dei confini nazionali, ma anche per incrementare le esportazioni.

Due altri preconcetti da sfatare: la "gelosia" del piccolo imprenditore che non affiderebbe volentieri la gestione dell'azienda a un manager esterno; e i difficili rapporti con gli istituti di credito. Nel primo caso non solo il 94 %  è convinto che un buon manager possa sviluppare ulteriormente l'azienda, ma addirittura il 67 % ritiene che tali figure siano numerose e di buona qualità. I rapporti con le banche: se sono migliorabili per il 46% degli intervistati, per il 52% sono soddisfacenti.  Anzi, per l'81% sono molto o abbastanza importanti per aggregare e consolidare le imprese.

Se è vero, quindi, che nel sistema industriale-produttivo italiano fanno difetto le imprese di grandi dimensioni e che con le imprese di piccole dimensioni è più difficile fare progresso e  vincere la sfida della competitività, ciò non dipende tanto dalla cultura degli imprenditori che riconoscono non solo tale necessità, ma anche i motori dello sviluppo (in primis ricerca e innovazione); ma dalla mancanza di una vera e propria politica industriale che faccia crescere in numero ed in dimensione le grandi imprese, anche come via per dare ulteriore impulso al sistema delle piccole e medie aziende, cui bisogna continuare ad assicurare pieno sostegno.

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