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domenica 9 agosto 2015

Fauna selvatica, Cefalù: Tragedia annunciata, dalle Istituzioni nessuna risposta. La questione non è più rinviabile.

Scanavino: "Da mesi denunciamo la pericolosità dell'incontrollata proliferazione dei cinghiali e fa impressione che chi ha responsabilità di governo non si renda conto della gravità della situazione".

 

Roma, 9 agosto – "Le tante sollecitazioni che la Confederazione Italiana Agricoltori ha fatto in questi mesi sul grave problema della fauna selvatica purtroppo non sono servite a nulla. Alla fine c'è scappato il morto.". Così il Presidente della Cia, Dino Scanavino, commenta l'uccisione a Cefalù del 77enne Salvatore Rinaudo ed il ferimento della moglie Rosa da parte di un branco di cinghiali. "Purtroppo si tratta di una tragedia annunciata – prosegue Scanavino – Da molto tempo denunciamo alle istituzioni la pericolosità dell'incontrollata proliferazione dei cinghiali su tutto il territorio nazionale ma le nostre parole sono rimaste lettera morta. Fa impressione che chi ha responsabilità di governo, sia locale che nazionale, non si renda conto che ormai questi animali hanno preso il controllo di campagne e colline e sempre più spesso vengono individuati anche nei centri urbani. E' una situazione assurda e paradossale che ha messo in ginocchio molte aziende agricole e che ora rappresenta un rischio per l'incolumità della gente".

Non più tardi di qualche settimana fa la Cia ha annunciato una mobilitazione a livello nazionale per sollecitare le istituzioni a interventi urgenti per fronteggiare il problema della fauna selvatica in agricoltura. Delegazioni della Confederazione avevano consegnato a tutti i Prefetti un documento per chiedere una riforma radicale degli strumenti a disposizione, con provvedimenti legislativi e attuativi che consentano da un lato la corretta gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro adeguata presenza nella logica della coesistenza sostenibile, e dall'altro misure realmente efficaci a favore degli agricoltori colpiti.

            "Anche alla luce di quanto accaduto a Cefalù, la questione non è più rinviabile - conclude Scanavino -. Era stata assicurata l'apertura di un tavolo di lavoro a livello interministeriale con le organizzazioni agricole, al fine di individuare insieme le possibili soluzioni al problema ma per ora tutto tace. Nel frattempo, però, diventa sempre più difficile la convivenza sul territorio tra popolazione e animali selvatici, la cui consistenza numerica ha raggiunto livelli davvero preoccupanti. Ci vogliono, subito, interventi di prelievo selettivo rivolti all'effettivo controllo della massiccia presenza delle specie alloctone e invasive, degli ungulati e dei selvatici predatori che stravolgono l'equilibrio naturale e produttivo e, ormai, minacciano l'incolumità stessa delle persone".    

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