"Attenzione a fare dei parallelismi storici inappropriati! Vigilare perché l'orrore della Shoah non possa più ripetersi è un dovere di tutti gli esseri umani che hanno a cuore gli altri essere umani, ma confondere quello che ha fatto la polizia ceca scrivendo numeri sulle braccia dei migranti, con la marchiatura del popolo ebreo da parte dei nazisti è sbagliato, fuorviante e non consente di capire cosa sta realmente succedendo oggi e che cosa è accaduto nel passato".
Lo afferma Elena Salem, giornalista, scrittrice ebrea, autrice di "Puntini nell'Universo", intervenendo sulla vicenda. "Leggo - spiega Salem - che la polizia della Repubblica Ceca ha spiegato che la decisione di scrivere i numeri non si ripeterà. La scelta è stata fatta in un momento di emergenza, per evitare che i bambini non venissero separati dalle madri. Sono propensa a credere alla buonafede di questa dichiarazione. Anche perché è sbagliato e fuorviante paragonare una tragedia immane come la Shoah, un genocidio, nato da un'ideologia folle e da una volontà consapevole di rendere senza identità un popolo intero per poterlo cancellare dalla faccia della terra e dalla strategia precisa, di rendere impossibile, attraverso la marchiatura indelebile la eventuale fuga e salvezza anche del singolo soggetto, con un'operazione di polizia compiuta in emergenza al fine, comunque, di consentire una via di transito a persone in cerca di una nuova patria''.
''L'aspetto estetico della scelta della polizia può essere discutibile – conclude la scrittrice - ma ingigantire un fenomeno tutto sommato marginale, rispetto ai drammi che ogni giorno i profughi vivono in primo luogo nelle terre dalle quali fuggono e poi durante i viaggi allucinanti che intraprendono rischia di creare confusione, sensi di colpa controproducenti, e persino di ottenere risultati opposti rispetto alle intenzioni di chi vuole tutelare la dignità umana".
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