Fu nel 1528 che il “conquistador” Cortez fece
arrivare in Spagna i primi semi di cacao e nel '600 Anna d'Austria,
portò a Parigi la sua cioccolata, dove divenne di gran moda negli ambienti
aristocratici, diffondendosi poi nelle corti di tutta Europa. In Italia già nel
1606 si produceva cioccolato a Firenze, Venezia
e Torino, dove il cacao giunse per merito di
Emanuele Filiberto di Savoia.
L'affermazione del cioccolato solido, avvenne soltanto due secoli più
tardi: nel 1802 il genovese Bozelli studiò una macchina per raffinare la pasta
di cacao e miscelarla con zucchero e vaniglia e circa settant’anni dopo
Rodolphe Lindt a Berna sviluppò un procedimento, il "concaggio", per
produrre il primo cioccolato fondente.
All'inizio del XX secolo l'ingegno dei maestri cioccolatieri continuò a
formulare nuove creazioni e in Italia comparsero marchi che tutti conosciamo: Perugina,
Novi, Peyrano e
Ferrero.
Oggi, grazie alle numerose tecniche di lavorazione si ottengono
diversi tipi di cioccolata aromatizzata agli agrumi, allo zenzero, al
peperoncino, alla cannella e alla fragola.
In Italia dal 2001 la si celebra con una manifestazione denominata
Eurochocolate e la città per eccellenza resta la “regale” Torino che, con il
suo gianduiotto e la sua crema di nocciole piemonte, né fa la capitale della
lavorazione e della qualità. Basta osservare qualsiasi vetrina di una
pasticceria o cioccolateria, per scoprire che l’arte con cui si plasma il
prodotto generando forme bizzare come, cellulari, strumenti di cucina, penne da
scrittura, chiavi inglesi, delfini, orsacchiotti o coniglietti sono solo alcuni
dei prodotti che si incontrano. Accanto a tali figure, primeggia la
“pralineria” nobile nelle forme, quanto nell’ingrediente del ripieno: il
cremino. Noi siamo stati ospiti in un locale storico, lontano dal centro, dove
gli arredi in pieno Liberty, testimoniano il timbro presente su uno specchio di
una vetrina: Autorizzato dalla Regia Questura di Torino in data 10.3.27.
Catturati dall’aroma e dall’artigianalità con cui viene prodotto ogni singolo
cioccolatino, abbiamo chiesto di raccontarci qualche segreto dal Mastro
Pasticcere.
Scopriamo che per ottenere un cioccolatino uniforme
nel colore e senza la fioritura del burro di cacao in superficie, la
temperatura deve essere 30-31 gradi o se preferite più fresca del nostro labbro
che l’assaggerà. State tranquilli per la
vostra linea perche il cioccolato è certamente un alimento altamente calorico (un etto di fondente
apporta 515 Kcal e un etto di latte 545 Kcal), ma caratterizzato da una rapida
assimilabilità. Questo vuole dire che la permanenza di 200 g di cacao nello
stomaco, che oscilla da una a due ore al massimo, sia una tra le più basse in
assoluto; lo stesso tempo richiesto per vino, birra , acqua , thè e caffè. E
ancora, il bassissimo contenuto di sodio nel cioccolato fondente, unitamente ad
una buona presenza di potassio, è di particolare importanza per contrastare i
problemi di ritenzione idrica, la cellulite e persino le patologie ipertensive
arteriose.
Il
Mastro Pasticcere ci indica tre categorie tre categorie di cioccolato: quello fondente ottenuto con pasta di cacao, burro di cacao e
zucchero. La percentuale di burro di cacao è elevata ed il concaggio è spinto a
fondo per conferire particolare finezza e un aspetto vellutato. La percentuale
di cacao è proporzionale alla qualità, ed esistono in commercio prodotti con
percentuali dal 70% al 99%. Deve avere un aspetto lucido ed un profumo intenso
di cacao, con note speziate, sciogliersi in bocca avendo una consistenza appena
sabbiosa e lasciando una nota persistente e qualche venatura amara e acida. Il
secondo tipo è quello al latte, anch’esso prodotto con pasta di cacao, burro di
cacao, zucchero e latte, ma rispetto a quello fondente è più dolce, perché
contiene meno cacao e più zuccheri; ha una consistenza, infatti, meno solida e
meno plastica a causa della presenza dei grassi del latte, che hanno un punto
di fusione più basso di quello del burro di cacao. Deve contenere almeno il 25%
di cacao ed il 14% di latte intero o scremato, fresco o in polvere. Di fronte a
questo tipo di cioccolato, si percepisce subito un odore vanigliato intenso,
che si accompagna spesso al caramello ed al miele e, naturalmente, il profumo
del latte. L’ultimo tipo è quello bianco, composto da zucchero, burro di cacao
e latte in polvere, in percentuale fissata per legge, e deve essere esente da
materie coloranti. Il cioccolato bianco, non contenendo cacao nella sua forma
secca, non potrebbe essere definito propriamente un cioccolato.
A questo se la giornata non è stata delle
migliori, non avete più scuse, ovunque voi siate in questo momento sedetevi e
godetevi un buon pezzo di cioccolata.
Cristiano Fabris
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