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lunedì 2 novembre 2015

Maltempo; Cia: Sud ancora sotto tiro, nuovi problemi per l'agricoltura tra allagamenti nei campi e caos viabilità

La Cia in merito alla violenta perturbazione che da giovedì sera sta interessando larga parte del meridione. Difficoltà nella circolazione, per frane e smottamenti, in primis sulle strade rurali. Terreni e magazzini invasi da acqua e fango, problemi per oliveti e vigneti. Sempre più urgente rimettere in sicurezza il territorio italiano.

 

Non si ferma l'ondata di maltempo nel Sud Italia e nelle campagne crescono danni e disagi: stalle, magazzini, cantine e terreni sono finiti sotto l'acqua, non solo per le piogge violente ma anche per le esondazioni di fiumi e canali; mentre smottamenti e frane hanno causato pesanti difficoltà alla circolazione nelle strade rurali completamente allagate. Danneggiati campi coltivati a cereali, oliveti e vigneti e conseguenze negative si registrano pure per gli allevamenti. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, spiegando che la Regione Puglia si prepara a chiedere lo stato di calamità per i 35 comuni più colpiti mentre resta alta la preoccupazione per Calabria e soprattutto Campania, di nuovo sotto tiro -in particolare il Salernitano- dopo la drammatica alluvione che ha colpito il Sannio.

Non solo nei campi coltivati la pioggia sta provocando allagamenti estesi, con conseguenti condizioni di asfissia nei terreni e, quindi, rischio di ammuffimento delle radici -sottolinea la Cia-. La presenza congiunta di fango, acqua e detriti crea grosse difficoltà in particolare sulle strade provinciali e statali. Un problema serio sia per la distribuzione dei prodotti sia per l'approvvigionamento di mangimi, che riguarda prima di tutto le aziende agricole situate nelle aree interne e di montagna.

            Un quadro estremamente allarmante, che evidenzia ancora una volta l'urgenza di mettere in sicurezza il territorio, con una valida opera di prevenzione a cui affiancare una puntuale azione di vigilanza e di controllo delle situazioni a rischio. D'altra parte -ricorda la Cia- in Italia 8 comuni su 10 sono in aree ad elevata criticità idrogeologica e oltre 700 mila sono gli immobili abusivi, spesso costruiti non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di una calamità naturale.



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