Dalla 17ma edizione dello European
Energy Market Observatory (EEMO) emerge che la digital
transformation rappresenta per le utility una fantastica opportunità per
adattarsi alla transizione energetica, aumentando al tempo stesso la
competitività.
Milano, 3 novembre 2015 - Capgemini, una delle maggiori aziende di
consulenza e servizi di tecnologia e outsourcing a livello mondiale, in
partnership con il team Global Research di Natixis,
I4CE – Institute for Climate Economics e CMS bureau Francis Lefebvre, ha pubblicato oggi la diciassettesima
edizione del report European Energy Markets Observatory (EEMO).
Lo studio evidenzia che nel
2015, così come nel 2014, i mercati europei dell'elettricità e del gas sono
rimasti molto instabili e che nonostante il rafforzamento dell'Europa dell'Energia[1] annunciato a
inizio 2015, le misure che saranno attuate per ripristinare condizioni di mercato
coerenti e migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento non sono abbastanza
veloci né concrete. In questo scenario cupo i fornitori di utility devono
assolutamente agire per raccogliere i frutti della trasformazione digitale.
Inoltre, alla vigilia di COP21, l'Osservatorio approva le iniziative di Stati
Uniti, Cina ed Europa, ma richiama l'attenzione dei partecipanti alla
conferenza sullo specifico scenario odierno generato dal basso del prezzo degli
idrocarburi.
Dal
report dell'Osservatorio di quest'anno si possono desumere tre evidenze
principali:
1. Transizione
energetica e trasformazione digitale: due mutazioni che beneficiano l'una
dell'altra in modo positivo
In
Europa, oltre a dover migliorare la produttività, le aziende di utility sono
chiamate ad affrontare una transizione energetica che determinerà un forte
impatto sul loro modello di business. Antonio Barile, Vice
President Energy and Utilities di Capgemini Italia, dichiara:
"In questo duplice scenario è imperativo
che le aziende di utility attuino la trasformazione digitale in modo rapido e
completo, in quanto questo consentirà loro di adeguarsi alla situazione dei
nuovi mercati e aumentare la produttività. La coincidenza di queste due mutazioni offre ai fornitori di utility
la reale opportunità di trasformarsi in aziende di servizi, occasione che
devono cogliere al volo".
L'Osservatorio
prende atto dei molteplici cambiamenti nei modelli di business innescati dalla
transizione energetica, come ad esempio la produzione distribuita, la gestione
complessa della rete elettrica con una quota crescente di energie rinnovabili
(smart grid), la gestione della domanda[2],
i “prosumer”[3],
i contatori intelligenti che migliorano la conoscenza dei consumatori da parte
degli operatori (data mining), nuove relazioni con i clienti, Internet of
Things.
Questi cambiamenti
coincidono con la depressione dei mercati all'ingrosso dell'elettricità e del
gas[4]
e con il drastico calo dei prezzi del petrolio che accentua la flessione dei
prezzi di tutti i prodotti energetici.
Infine, come
evidenziato dal team Utilities nell'ambito del Global Markets Research di
Natixis, "La situazione finanziaria
delle aziende di utility rimane difficile e le performance dei loro titoli sono
scarse. Molti operatori di settore europei sono fortemente influenzati dalla
tendenza al ribasso dei prezzi all'ingrosso. In questo contesto, negli ultimi
anni le aziende di utility europee hanno adottato diverse iniziative di
rafforzamento del bilancio come la vendita di asset e l'emissione di debito
ibrido. Tuttavia, nonostante queste iniziative, i loro livelli di indebitamento
restano alti".
2. È
improbabile che la conferenza COP21 porti a misure sufficientemente forti e
tempestive tali da limitare l'aumento della temperatura globale di 2 °C. Pertanto è fondamentale
che, oltre agli sforzi di mitigazione per gestire le emissioni di gas effetto
serra, vengano adottate e finanziate iniziative di adattamento che limitino gli
effetti del riscaldamento globale sulla popolazione e le infrastrutture
La
conferenza sul clima COP21 si svolgerà in un contesto sfavorevole a breve
termine: dato il basso prezzo degli idrocarburi, il ritorno sugli investimenti
finalizzati a sostituire questi prodotti e quindi a limitare le emissioni di
gas effetto serra non è sufficiente. Con la fine programmata delle tariffe di
riacquisto, la diminuzione di questi prezzi avrà ripercussioni anche sulla
velocità di sviluppo delle rinnovabili, dato che i loro prezzi di vendita
saranno sempre più legati ai prezzi del mercato all'ingrosso.
Alla
vigilia di COP21 l'Osservatorio prende atto dei progressi positivi compiuti dai
principali responsabili delle emissioni di CO2. Negli Stati Uniti il
presidente Obama si è impegnato a ridurre del 26-28% le emissioni di CO2
del paese entro il 2025 (rispetto al 2005) e sta cercando di imporre una
regolamentazione più severa alle centrali a carbone. In Cina il premier Li
Keqiang è impegnato a ridurre l'intensità del carbonio per unità di PIL del
60-65% entro il 2030 (rispetto al 2005).
L'Osservatorio
rileva inoltre che l'Europa è in una certa misura la "brava della
classe". Tuttavia, è necessario armonizzare le varie misure adottate per
ridurre le emissioni di CO2 (ad esempio ETS[5],
rinnovabili, efficienza energetica, tecnologie CCS[6])
poiché queste iniziative generano costi molto diversi e danno al mercato
segnali incoerenti.
3. I mercati
energetici europei rimangono molto instabili
Diversi
fattori influenzano i mercati europei dell'energia. I prezzi al mercato
all'ingrosso dell'elettricità sono bassi (meno di 40 €/MWh nel primo semestre 2015, in calo dal 2014),
mentre i prezzi al dettaglio sono in aumento (+2,9% tra il secondo semestre
2014 e il secondo semestre 2013). Inoltre, in alcuni paesi europei sussistono
rischi in merito alla sicurezza della fornitura di energia elettrica o gas
dovuti ai rapporti tesi con la Russia. Infine, gli investimenti a lungo termine
nella capacità di generazione programmabile sono scarsi, mentre dovrebbero
raggiungere 1,1 trilioni di euro entro il 2025 per le infrastrutture elettriche
e del gas, di cui 500 miliardi destinati alla generazione.
"Nonostante
un'analisi rilevante, gli annunci dell'Unione dell'Energia all'inizio del 2015
non lasciano intravedere misure sufficientemente rapide e tangibili per
ripristinare un mercato coerente e migliorare la sicurezza degli
approvvigionamenti", spiega
Colette Lewiner, esperta Capgemini di livello mondiale per l'energia e le
utility. "Una ripresa coerente del
mercato comporterebbe: (i) l'accelerazione della riforma del mercato ETS
dell'UE con l'attuazione, entro la fine del decennio, della Market Stability
Reserve adottata dall'Unione Europea[7]
e l'introduzione di un organismo di regolamentazione centrale per questo
mercato, (ii) l'implementazione obbligatoria di nuove regole e norme di
efficienza energetica per gli edifici e (iii) per tutte le fonti rinnovabili
intermittenti (in particolare solare ed eolica), la rapida sospensione delle
tariffe di riacquisto e la loro sostituzione con prezzi di vendita agganciati
al mercato".
Per migliorare la sicurezza
dell'approvvigionamento energetico, l'Osservatorio emana quattro
raccomandazioni:
(i)
implementazione in modo più
rapido e coerente di meccanismi di remunerazione della capacità,
(ii)
continua esplorazione del
gas di scisto per uso domestico,
(iii) studio e finanziamento dell'implementazione di una rete ad alta tensione
realmente unificata e più intelligente,
(iv) l'assegnazione di maggiori risorse di ricerca e sviluppo per soluzioni
competitive di immagazzinamento dell'energia elettrica.
European Energy Markets Observatory
L’Osservatorio sui Mercati Europei dell’Energia (EEMO)
è una pubblicazione annuale che Capgemini realizza per tracciare gli indicatori
chiave del mercato dell'elettricità e del gas, monitorare l'equilibrio tra
domanda e offerta, misurare i progressi nella creazione di un mercato aperto e
competitivo nei 28 paesi dell'Unione Europea, Norvegia e Svizzera, nonché i
progressi sugli obiettivi del pacchetto dell’UE su clima-energia. La 17°
edizione si basa su una serie di fonti di dati pubblici in combinazione con la
metodologia e la conoscenza di Capgemini, e sulla base di un insieme di dati
del 2014 e della stagione invernale del 2014/2015. Le competenze specifiche
sulla situazione finanziaria delle Utilities e le performance di questo
settore, sulla politica energetica europea sono stati forniti dal team di
ricerca Natixis, CMS Bureau Francis Lefebvre e VaasaETT.
Capgemini
Con 180.000 dipendenti in più di 40 paesi nel
mondo, Capgemini è uno dei principali fornitori mondiali di servizi di
consulenza, information technology e outsourcing. Nel 2014 il Gruppo Capgemini
ha registrato ricavi per 10,573 miliardi di euro. Con i propri clienti
Capgemini progetta e realizza specifiche soluzioni di business, tecnologiche e
digitali, per soddisfare le loro esigenze di innovazione e competitività.
L’organizzazione profondamente multiculturale contraddistingue da sempre il
Gruppo Capgemini, che utilizza un approccio di lavoro unico e distintivo – la Collaborative Business
Experience™
– e un modello globale di produzione distribuita denominato Rightshore®.
Rightshore® è un marchio
appartenente a Capgemini
[1] Il
rafforzamento dell'Europa dell'energia esprime le intenzioni dell'Unione
Europea, ovvero perseguire una strategia quadro per un'unione dell'energia
resiliente, adottata a febbraio 2015
[2]
Gestione della domanda: Le aziende di utility incentivano i loro clienti a
ridurre i consumi nelle ore di picco
[3]
I prosumer sono consumatori che generano una parte del loro fabbisogno
energetico grazie alla produzione rinnovabile decentralizzata
[4]
È continuata la chiusura delle centrali a gas
[5] Emissions Trading Scheme (ETS)
[6] Carbon Capture and Storage (CCS)
[7]
Questo meccanismo consentirà di adeguare, con regole predefinite, il volume
delle quote di carbonio da scambiare sul sistema ETS dell'UE in modo da
garantire la stabilità di questo mercato.
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