“Solo
nel 2015, più di 3.500 rifugiati, tra cui molti bambini, hanno perso la
vita in mare cercando di raggiungere l’Europa, e con le condizioni
climatiche che peggiorano con l’inverno, il rischio aumenta di giorno in
giorno. Chiediamo ai governi europei di intraprendere subito un’azione
concreta perché si possano evitare nuove morti inaccettabili come
queste, attivando senza ulteriori ritardi dei programmi di resettlement o
altri canali di accesso sicuro per i profughi. Chiediamo inoltre che
tutto il sistema di accoglienza per i migranti in transito, considerando
anche il freddo invernale, tenga conto del grande numero di bambini,
garantendo loro tutto l’essenziale per la sopravvivenza in ogni tappa
del loro viaggio.”
In
questo momento, inoltre, desta particolare preoccupazione la chiusura
dei confini, soprattutto quello tra Grecia e Macedonia e le conseguenti
ripercussioni sui profughi e soprattutto sui più deboli, in primis i
bambini.
Secondo
le stime, il 26% dei quasi 800.000 migranti sbarcati in Grecia nel
2015, in maggioranza siriani, sono bambini e il 16% sono donne. Oltre al
rischio legato ai naufragi nel mar Egeo, i nuclei familiari, in alcuni
casi con la presenza della sola figura materna, si trovano ad affrontare
disagi di ogni tipo anche giunti in Europa, per le condizioni di
accoglienza critiche in Grecia e le estreme difficoltà lungo tutto il
percorso verso nord attraverso le frontiere.
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